sabato 20 dicembre 2008

Bookmarks Puntata 31 - 22 Novembre 2008


C’è tensione. Qui nella redazione di Bookmarks c’è tensione e nervosismo. Il sottoscritto Claudio e Davide il capo litigano da settimane per le più piccole banalità. Chi deve andare a prendere il caffè, chi licenziare questa settimana, a chi tocca questo mese la consueta cena con Charlize Theron. Ciao Charlize. Ogni scusa è buona per litigare. Sarà l’inverno che non arriva, saranno gli esami che mi stressano, sarà che la moglie del capo è gelosa di me. Diciamo la verità, la questione è che ai primi di Dicembre entrambi si invecchia. E allora giù a dirsi chi dei due sta messo peggio, se io che invecchio di più, in quanto più giovane, aggiungo ai miei anni una percentuale maggiore di tempo, o lui, che è e sempre sarà più vecchio di me.

Praticamente una guerra senza vincitori. Il risultato, cari ascoltatori, è che nessuno dei due si sente particolarmente buono, nonostante le luminarie che già iniziano a comparire nelle nostre città e che ci ricordano che Natale s’avvicina. Visto il nostro stato d’animo, questa settimana siamo andati a cercarci una strip che ci somigliasse, che fosse cioè cattiva, senza riguardo, per nulla gentile con il prossimo. Senza indugiare, ci siamo quindi buttati sulla strip di Marco Zazzaroni, detto Zazza, ovvero Vent’anni circa.

E chi ce li ha più vent’anni? Certo non noi, ma evidentemente i protagonisti della serie. Quattro ragazzi che provano ogni giorno a farsi un’idea precisa, consapevole, del mondo in cui vivono, giovani che sanno di avere la responsabilità di cambiare le cose, di dare una direzione nuova alla società partendo dal basso, di essere la prossima classe dirigente. Provano ogni giorno ed ogni giorno falliscono, confusi ed incoerenti, per non dire completamente idioti. Hanno il mondo nelle mani e non hanno la minima idea di che farsene. Tutti animati da sogni di rivolta, ma senza sapere come fare la rivoluzione, o contro cosa, o perché, o a che ora, se a stomaco pieno o lontano dai pasti.

Guardiamoli un po’ da vicino questi quattro giovinastri perdigiorno. Joseph è il filosofo del gruppo. Imbevuto di ideali di giustizia sociale, rivendica un mondo culturalmente più avanzato, più equo ed umano. Si sente ingabbiato da una società frivola e superficiale, lui intellettuale pogressista, che poi però soffre coinvolto davanti al Grande Fratello.

Vladimir è il figo. Alternativo per nascita ed aspirazioni, dal capello lungo curato, dalla studiata estetica di sinistra, sguazza nella sua costruita apparenza da poeta maledetto e tormentato, conquistando ingenui rappresentanti del sesso femminile. Perché depresso è bello.

Tutto il contrario di Edmond, lo scemo del gruppo, che è pure brutto e sofferente per mancanza di donne. Visionario, infantile, disturbato. Gli amici un po’ cercano di dare una svolta alla sua vita, un po’ gli ridono dietro con affetto. Affetto? Ma sì, diciamo affetto.

Ultimo ma non ultimo è Gordon, quello perso, per cui anticonformismo vuol dire ribaltarsi di canne e ribellione è sinonimo di Lambrusco.

Zazza sceglie attantamente i suoi protagonisti attingendoli da una precisa fetta della gioventù di ieri ed oggi, quella dell’impegno politico ed intellettuale di sinistra, dell’estetica sessantottina che tutt’ora fa sentire la sua influenza. Ma i bersagli che colpisce con precisione sono quattro ragazzi ben poco coerenti con le idee che vanno propagandando. Che sia per pigrizia o per malafede, per debolezza o per vittimismo non importa. In quattro vignette quattro Marco Zazzaroni fa in tempo a montare un sogno, costruire un’illusione e farla implodere su se stessa svelando l’egoismo dietro alla rivendicazione, la noia dietro alla rabbia, la normalità dietro all’alternativa. E lo fa ridendo a crepapelle.

Con il suo stile di disegno deformato e caricaturale, a metà tra uno Stefano Disegni e l’Alfredo Castelli dell’Omino Bufo, Zazza, autore poliedrico che vanta anche diverse realizzazioni di cartoni animati, sghignazza forse un po’ amaro sulla sua stessa giovinezza perduta, sulle illusioni di quell’età in cui, come dice Guccini, “si è stupidi davvero”.

Le striscie di Vent’anni circa, pubblicato anni fa sul quotidiano Il Resto del Carlino, sono raccolte nel sito digilander.libero.it/zazzaedc, che vi consigliamo di navigare in lungo e in largo, visto che ospita anche gli altri lavori di Marco e del suo amico di vecchia data Elia della Casa, con cui forma da molti anni un proficuo sodalizio artistico.

Anche quest’oggi vi salutiamo. Ci aspettano altre due settimane di litigi in attesa dei nostri vituperati compleanni. Come sempre noi torniamo sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Fateci un regalo e leggete tante strip.


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Bookmarks Puntata 30 - 15 Novembre 2008


Come in una canzone degli Scorpions, come in uno sproloquio di Franco Melli, come nei sordidi desideri di uno scrittore appassionato di rime idiote, spira forte in questo periodo storico il vento del cambiamento. Un presidente nero, l’Onda degli studenti, Beckham al Milan, il curling finalmente sport nazionale in diretta in prima serata sulla pay tv. C’è persino il pacchetto Sky Curling, se lo sottoscrivi prima dell’inverno ti regalano in promozione una spugnetta per pulire i graffi del pavimento, così magari impari a lanciare il coso lì, il marmo scivoloso quando ancora non c’è il ghiaccio.

E in questo turbine di rutilante modificarsi dei corsi e ricorsi del Tar e della storia, potevamo noi non imprimere una svolta, lasciare un segno improvviso, stupirvi come Marisa Tomei che vince l’Oscar? Potevamo eccome, ma già che c’eravamo abbiamo svoltato e, dopo tanti web-comic scelti apposta perché divertenti, freschi, interessanti, oggi vi parliamo di Fumetti Pallosi. Finalmente.

Il caso vuole che noi non si intenda in generale i fumetti pallosi, tipo tutti i fumetti pallosi d’Italia o l’insieme dei fumetti pallosi della rete. No. Parliamo di una web-strip che reca questo proprio titolo. Che più che un titolo è una bandiera, un obiettivo, una meta da raggiungere, quasi un’ossessione. Sul sito che la ospita, il link che fa accedere ai commenti, invita a lasciare traccia di sé con la parola “Annoiaci”. No, non è un titolo, è un manifesto programmatico, è la formulazione verbale di un sogno. Come dire, “più noia per tutti”, affermare un bisogno e incitare alla lotta chi crede in ciò che è palloso.

Di cosa potrà mai parlare una strip così? Di tutto ciò che pare divertente ed invece no, poi alla fine no. Di tutte quelle promesse non mantenute che ti fanno dire, beh, che palle. Di tutto ciò che può rivelarsi soporifero, banale, quotidiano, assolutamente non divertente né eccitante. Ci vuole poco: due vignette e via. La prima in cui si pongono le premesse, non si sa bene di cosa. Di una battuta, verrebbe da pensare. Esempio: un tizio si affaccia alla finestra e dice “oggi è proprio una perfetta giornata per andare a sciare”. Nella vignetta successiva dice:” peccato che sia Agosto”.

Fa ridere? No, certo che no. Avrebbe potuto? Probabilmente, ma anche no. E in questo caso, appunto no, per niente. E’ come la barzelletta della pallina rossa, o quella di Pierino che dice alla mamma “Non ho preso io la marmellata”. E invece era stato lui. Sono quei casi in cui la fantasia supera la realtà in normalità pallosa. Fumetti Pallosi raccoglie questi casi e ce li propone uno dopo l’altro in due vignette di fulminante, apparente inutilità.

Fermi tutti. Perché c’è qualcosa che non va. Che vuol dire “uno dopo l’altro”? Forse che Claudio è impazzito? Se questi Fumetti Pallosi sono davvero così pallosi, chi gliel’ha fatto fare di leggerne più di uno? Perché non cambiare indirizzo web ed andarsi a leggere qualcosa di divertente?
Ma, miei sprovveduti ascoltatori, proprio qui sta il miracolo. In quell’”uno dopo l’altro” sta la genialità e la forza della strip di oggi.

Fumetti Pallosi è una delle trappole comunicative meglio congegnate in cui ci sia capitato di incappare. Leggi la prima strip e ti domandi “ma è tutto così questo fumetto?”. La seconda viene da sé, in cerca di conferme. La terza sembrerebbe essere l’ultima occasione che sei disposto a dare a questa cosa noiosa. E a quel punto ci sei già finito dentro con tutte le scarpe. Ancora non ridi, ma ti domandi “quanti altri modi ci saranno di scrivere una strip così, senza far ridere nemmeno di striscio”. Sei incastrato dal quesito e continui nella lettura, scoprendo che non è mica facile deludere ogni volta le aspettative, non dire assolutamente nulla di comico o rilevante in due vignette. Tra la decima e l’undicesima striscia è troppo tardi. Ti scopri a ridere dell’inventiva al contrario di questa serie assolutamente folle nel suo essere così banale.

E’ la dimensione di catalogo di normalità, la vera natura del successo di Fumetti Pallosi, una serie che ti guida lentamente alla risata, praticamente plagiandoti. Che ti fa credere di essere uno stanco passatempo di uno che non ha niente da dire, che non ha di meglio da fare che pubblicare fumetti privi di senso. Ma la pazienza soccorre gli audaci ed i curiosi, e rivela a chi legga le vignette una dietro l’altra, superando la loro dimensione individuale, un progetto ed un disegno divertenti di per sé, una ricerca dello zero comico eversiva e costante.

Il tratto di Luigi Ferrini, autore di Fumetti Pallosi, pur rimanendo sempre molto semplice, cambia di volta in volta, facendo riferimento ora ad una grafica da “settimana enigmistica”, ora ad un tratto francese da Hergé [lo sappiamo che è belga, non fate i precisini :)], l’autore del celeberrimo Tintin.

Da segnalare poi la serie parallela Deadly Stupid Tales, più scopertamente comica, che vede protagonista una Morte personificata con l’abitudine di spiazzare ignari passanti e contraddire l’ottimismo delle sue povere vittime.

Insomma, se anche voi siete fuori dal tunnell ell ell ell del divertimento, digitate senza esitazione www.fumettipallosi.org, e stupitevi anche voi di come si possa essere comici senza chiusa comica.
Se non vi sarete annoiati abbastanza potrete tornare a leggerci ed ascoltarci sul sito ztrudel.blogspot.com. e sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

A presto ragazzi e leggete tante strip.


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venerdì 5 dicembre 2008

Bookmarks Puntata 29 - 8 Novembre 2008



Che noia. Oh, ma che noia.
In questo periodo non succede proprio nulla, non trovate? Si fatica a trovar qualcosa di cui parlare. Cos’è poi mai successo a Lucca, lo scorso week end? C’erano per caso ospiti interessanti? Ho forse stretto la mano a John Romita jr.? Il mio capo, Davide Morando, lo ha per caso intervistato ricevendo pure un disegno in regalo, rendendomi livido d’invidia? Eh? E poi anche in generale nel mondo, è calma piatta o sbaglio? Sento cantare in continuazione quella canzone sul Papa Nero dei Pitura Fresca, ve la ricordate? La portarono anche a San Remo. Non so…sarà successo qualcosa. Qualcuno sa per caso come sono finite le elezioni Usa?

Per fortuna c’è Bookmarks, che settimanalmente provvede a darvi materiale per accesi dibattiti tipo: ci indispettisce più la erre moscia del conduttore o la sua assoluta mancanza di meriti e competenze? O ancora: meglio incolpare Laura o Andrea per la presenza di questo fastidioso figuro nel loro programma? E quale, quale il ruolo di Francesco? Calma, calma, la discussione potrà riprendere tra qualche minuto, quando avremo finito di parlarvi della strip odierna, e, vedrete, non sarà il più semplice degli argomenti.

Quest’oggi infatti vi parliamo di Xkcd, cioè, ìcs, kappa, ci di, per dirla all’italiana. Non affannatevi a cercare corrispondenze, a supporre acronimi. Per ammissione dell’autore stesso queste quattro lettere non hanno alcun significato, e questo è solo il primo dei bastonii che Rundall Munroe ha voluto mettere fra le ruote dei recensori della sua opera.

Ne volete un altro? Beh, Munroe non è un disegnatore. O meglio, nel mondo dei comic sarebbe ciò che si definisce un pessimo disegnatore, una ciabatta, una zampa di gallina. Non raggiunge neanche di striscio un livello che si possa definire professionale, nemmeno rifugiandosi in uno stile caricaturale o personale. Basta un’occhiata ad una qualsiasi delle sue vignette, per rendersi conto della sua piena consapevolezza di questa situazione. Xkcd è infatti un capostipite delle stick strip, ovvero di quelle web-strip che hanno per protagonisti omini a bastoncino, di quelli che tutti noi abbiamo disegnato dai tre ai sei anni. Quindi via, altro argomenti tipico da recensione da barrare. Mica possiamo parlarvi più di tanto del tratto, dello stile, dell’evoluzione della tecnica. Insomma, sono omini a bastoncino.

Ci stavamo quasi dimenticando di avvertirvi che Xkcd non è una serie. Non ci sono storyline, non ci sono protagonisti. Ogni tavola o vignetta fa storia a sé e non ci sono schemi riconoscibili. Ogni tanto ci troviamo di fronte a singole scene, ogni tanto a tavole strutturate. A volte si tratta di dialoghi, a volte non ci sono parole. Non c’è griglia ricorrente né tendenze riconoscibili.

Alcuni di voi, mi rendo conto si staranno chiedendo di che cavolo parla questo Xkcd e perché mai merita di essere recensito. I testi. I testi di questo fumetto sono un capolavoro, cari ascoltatori. Più in generale la carica ironica e la profondità del loro autore rendono un web-comic così atipico ed apparentemente insignificante, una vera perla dell’umorismo intelligente. Vi bastino un paio di coordinate: Randall Munroe è un ex scienziato della Nasa, che a scuola e sul lavoro scarabocchiava nelle pause. Si divertiva a fare i suoi fumettini colmi di sarcasmo su qualunque argomento della vita quotidiana. La sua ovviamente. E com’è l’esistenza di tutti i giorni di uno scienziato? Non dissimile da quella di chiunque altro, se non che, ogni tanto, e senza soluzione di continuità, irrompono gli argomenti del suo lavoro. La matematica, la fisica, la teoria dei quanti, l’unoverso a stringhe. Queste cose qui insomma.

Munroe, un bel giorno del 2005 decide di prendere i suoi taccuini e di scannerizzare i suoi scarabocchi. Mette in rete questo materiale assolutamente spontaneo e riceve un tale riscontro dai lettori che con il tempo decide di proseguire la cosa, di dedicargli un po’ di impegno e di progettazione. Nasce così la sua strip che lui stesso definisce come un “webcomic sul romanticismo, sul sarcasmo, sulla matematica e sul linguaggio”. In pratica su tutti gli argomenti possibili ed immaginabili.

Munroe scherza sulla filosofia e sulla scienza, sull’amore e sui rapporti umani, sulla politica e l’informatica. E’ un vulcano spontaneo di ironia pungente ed imprevedibile ed usa al meglio tutte le frecce al suo arco. Incredibilmente, di fronte ad una tale varietà di argomenti, la povertà del suo stile grafico è una risorsa in più. I suoi stickmen non sono caratterizzati, non hanno faccia né identità. Potrebbero essere chiunque, dei prototipi di umanità, degli Everymen del ventunesimo secolo che osservano un universo complesso e lo interpretano attraverso la lente della contraddizione e dell’assurdo, ridendone a crepapelle.

Noi siamo conquistati ed ammirati da questo web-comic del tutto particolare e stravagante, non a caso votato come migliore strip-blog del 2007 dagli utenti di weblogawards.org. Se siete curiosi di capire come mai correte sul sito www.xkcd.com a fare la conoscenza di Randall Munroe e del suo mondo a due dimensioni. Nel lasciarvi e nel darvi appuntamento a settimana prossima vi ricordiamo di ascoltarci sempre qui e sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Non diventate troppo intelligenti e leggete tante strip.


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Bookmarks Puntata 28 - 1 Novembre 2008




Oooooooooooooh? L'eco. Lo sapevo. Ma chi vogliamo prendere in giro. Non c'è nessuno ad ascoltare Bookmarks oggi. Sono tutti a Lucca Comics & Games Yeah! Dobbiamo rassegnarci ad essere ignorati. A parlare al vento. A predicare al deserto. A far comizi ai palmizi. Non gioca più a nostro favore neppure il qui pro quo sull'argomento strip. Ormai lo sanno tutti che qui nessuno si spoglia. Ed è un peccato, col fisicaccio che abbiamo qui in redazione.

Possiamo solo guardare a chi sta peggio. Ecco, laggiù ad esempio, di fianco alla fotocopiatrice. Sì, proprio lui, Max. Lui si che è uno sfigato. Sapete quel tipo di persona inutile, di cui ci si accorge solo inciampandovi sopra? Max conosce bene la sensazione d'essere ignorati. Ne ha fatto quasi una ragione d'essere. Ad esempio: non è lì per caso. Ogni giorno aspetta di fronte alla focopiatrice che passi la bella Sara. No, non è la sua ragazza. Andiamo. Ce lo vedete? E' solo la ragazza più bella della facoltà. Lui tenta sempre di attirare le di lei attenzioni, con complimenti, timide proposte, o anche con un banale: Ciao.
Sara continua stoicamente ad ignorarlo, anche se sarebbe più semplice deriderlo. E, bisogna dargliene atto, gli fa quasi un favore visto che è l'unica che non lo deride.

Max non vive a casa, per fortuna nostra, e dei suoi genitori. Non che la sua presenza sia per loro questo grande problema. Più un fastidioso e persistente ronzio, che si tenta di ignorare con tutte le forze. Ora che è all'università però la cosa non li riguarda più. Che ci pensi il suo nuovo coinquilino, di cui non conosciamo nome o fattezze. E lui ci pensa, credetemi. Fin troppo. Non perde occasione per trovare nuovi modi di umiliare Max, salvo poi trovare insopportabile ogni momento che non passa in casa con il suo capro espiatorio preferito.

Per fortuna che c'è Felix. No, non il surreale gatto nero di Otto Messmer. Felix il miglior amico di Max. Quello sempre sulla moto, sapete? Ecco. Giusto un po' materialista, per carità, ma almeno riesce a non infierire su Max. Non più di tanto almeno. Betta è forse l'unica che ha sempre una buona parola. Peccato che sia un po' che non si fa vedere. E peccato che, oggettivamente, sia un cesso.

Questi sono grossomodo tutti i personaggi principali di E.S.U. Ente Studi Universitari, la strip, ci auguriamo non autobiografica, ideata nel 2000 da Carlo Coratelli e Davide Zamberlan. Come avrete capito la serie ruota interamente intorno al suo protagonista, frustrato studente universitario sempre alle prese con una vita che lo deride ingiustamente. A detta sua. Un Charlie Brown un po' cresciuto, che non è riuscito a far tesoro degli anni in più, ritrovandosi intrappolato nelle sue manie di persecuzione e bersaglio di chiunque incroci la sua strada.

Il tratto utilizzato da Zamberlan per questa serie è più rotondo, quasi superdeformed, rispetto a quello con cui realizza Il Vecio della Montagna, la sua strip più famosa. Nelle sue strisce Charlie Brown incontra lo sfigatissimo Ataru Moroboshi, co-protagonista di Lamù (Urusei Yatsura), famosa serie della regina del manga Rumiko Takahashi, non a caso autore feticcio dello stesso Zamberlan. Dal 2006 è però Eros Righetti il disegnatore ufficiale della serie, dopo l'abbandono del suo co-creatore. I testi invece, gli abissi di sfiga in cui settimanalmente ripiomba il povero Max, sono e rimangono del vulcanico Carlo Coratelli, giornalista e critico di settore ed instancabile carnefice di occhialuti universitari.

Esu ha peregrinato su diverse pubblicazioni, cartacee e non. Da Il Giornale dei fumetti di Free Comics Club, a Cronache di Topolinia, la pro-zine edita dall'associazione culturale Alex Raymond. Da BE Side, di Cagliostro EPress, a Cartaigenicaweb, forse la più famosa webzine italiana dedicata alle strip. Il suo traguardo più grosso l'ha però raggiunto con i due albi monografici E.S.U.- 2 Anni di Strisce e E.S.U.- Ente Studi Univeristari, sempre pubblicati dall'associazione culturale Alex Raymond. Se però le spese lucchesi hanno già asciugato il vostro conto in banca, potete sempre consolarvi leggendo le strip pubblicate ogni settimana su esulastriscia.splinder.com oppure ogni mese all'interno del nuovo numero di Cartaigienicaweb, scaricabile dal sito www.cartaigienicaweb.it

Ed ora non fate quelle facce dispiaciute, su. Anche se ci state leggendo, o sentendo, con qualche giorno di ritardo vi perdoniamo. In fondo nemmeno noi eravamo qui sul serio. Essì fedeli ascoltatori, siamo in differita. E, già che ci siamo, Babbo Natale non esiste. In questo momento saremo probabilmente a rincorrere John Romita Junior, per le vie di Lucca, nella speranza che ci autografi il petto. Così da poterlo mostrare al prossimo spogliarello qui, tra una settimana, oppure sul nostro blog ztrudel.blogspot.com e magari con la cronaca radio sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Voi, mi raccomando, leggete tante strip.



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martedì 18 novembre 2008

Bookmarks Puntata 27 - 25 Ottobre 2008



Cari amici di Bookmarks, più ci guardiamo attorno e meno riusciamo a capire. In questo mondo caotico si sono perduti i confini, le definizioni sono andate, tutti gli schemi sono saltati e la difesa alta impostata dal mister arretra, arretra e la squadra è lunga e disunita. E’ il postmoderno bellezza. I romanzi sono storici, ma anche gialli e un po’ di formazione. Il rock è alternativo o post-punk ed il pop se non è brit è trip. Non si capisce più nulla, ed ogni cosa è un po’ di questo, ma anche di quello, potrebbe essere una cosa, ma anche un’altra. E allora via con le domande senza risposta. Il fumetto è arte o letteratura? Strazzarolo al Monte è città o campagna? La Gelmini è un ministro o una sciagura? Ebbene, frutto di questo universo di ibridi è Megatokyo, la strip che andiamo a sfornarvi e servirvi quest’oggi.

Innanzitutto fateci dire che stiamo parlando di uno dei web-comic ad oggi più longevi in assoluto, sorto nel non sospetto 2000 per mano di Fred Gallagher e Rodney Caston, quando ancora la rete non pullulava di siti a fumetti. Il secondo dei due ha abbandonato il progetto dopo poco più di un anno e da allora è il solo Gallagher a reggerne le sorti. E vediamole un po’ queste sorti.

Megatokyo è la storia di due ragazzi statunitensi imbevuti di videogiochi fino alla punta dei capelli. Il primo è Piro, avatar fumettistico di Gallagher, timido sino al paradosso, aspirante disegnatore di manga ed appassionato cronico di dating-sim, giochi molto popolari nel Sol Levante in cui bisogna, sostanzialmente, convincere una procace adolescente ad accettare la vostra corte.
Sua perfetta controparte è Largo, folle disturbatore della quiete pubblica, giocatore maniacale di sparatutto, picchiaduro e videogiochi colmi di violenza ed aggressività. Estroverso, sfacciato, completamente disinibito, ma soprattutto socialmente pericoloso, vera e propria calamità naturale.

I due sognano di diventare sviluppatori di videogiochi, falliscono miseramente e finiscono quasi per sbaglio a Tokyo, mecca di tutti i videogiocari ed otaku. Senza soldi, senza lavoro, senza voglia di fare nulla se non ammazzarsi di joypad, occupano parassitariamente casa di un amico e si muovono confusi, ma entusiasti, nella metropoli giapponese.

Messa così, la storia puzza terribilmente di già sentita, spesso anche già raccontata dalle nostre voci. Non possono non tornare alla mente altre strip incentrate sui videogiochi, da PVP a ctrl+alt+del. Due amici videogiocari, tanti riferimenti ai must dell’universo videoludico. Beh, cara redazione di Bookmarks, potreste impegnarvi un po’ di più, che fantasia! Rallenta, scettico ascoltatore: ti abbiamo promesso un ibrido ed un ibrido avrai.

Il più evidente elemento dissonante di Megatokyo è di ordine grafico: nato durante l’invasione di massa del mercato dei comics americani da parte dei prodotti giapponesi, questo fumetto è ufficialmente un manga. Gallagher si appropria senza mezzi termini dello stile di disegno giapponese, fatta eccezione per la timida sopravvivenza, nei primi mesi della serie, della tipica griglia quadrata a quattro vignette di tante strip occidentali, che lascia però ben presto il campo ad una gestione orientale della tavola. Dei manga ritoviamo anche l’andamento continuo. In Megatokyo quasi non esistono tavole o vignette occasionali, e la continuity della vicenda ci accompagna regolare ed ininterrotta. Vicenda che si ispira alla grande tradizione degli shojo, i cosiddetti fumetti per ragazze, che annoverano tra le loro fila Sailor Moon e Video Girl Ai, tanto per citare i capostipiti.

Piro e Largo si muovono pertanto in una città popolata da un mezzo esercito di comprimari. Ci sono adolescenti invaghite e giovani ragazze in carriera, amici sfigati e vicini vestiti come gli eroi di tekken, affascinanti unità robotiche senzienti vendute come accessori per la playstation e persino una signorina alata, incaricata di fare da coscienza al giovane e sfortunato Piro.

Riassumendo: in questa serie troviamo il piglio comico statunitense da ironia videogiocara, una grafica manga da bolle di sapone, una trama complessa ed insolita, il tutto mescolato in una strana atmosfera a metà tra l’omaggio e la parodia. Sapete qual è il bello? Che tutto ciò, in qualche maniera funziona e alla grande. La lettura di Megatokyo è piacevole e divertente. Gallagher ha un umorismo efficace sia nella situazione che nella battuta, sceglie il tema della cultura giapponese otaku senza per questo escludere chi non è un esperto mangofilo e chi non passa la vita sulle consolle. Basta un’infarinatura per cogliere la maggior parte dei riferimenti a questi due mondi, e quand’anche andassero perduti rimangono godibilissime le peripezie dei due personaggi sballottati qua e là dagli eventi.

Quindi se vi piacciono i piatti misti dei ristoranti giapponesi, andate di corsa sul sito www.megatokyo.com oppure, attenzione, megatokyo.it dove troverete una traduzione italiana attenta e precisa fornita da volenterosi fan. Gli stessi che hanno collaborato con l’edizione dei due volumi usciti per i tipi di Free Books, che raccolgono la prima annata della serie, edita negli usa nei volumi della Dark Horse.

Conniciwa, amici ascoltatori. Noi torniamo sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Appuntamento a settimana prossima, dunque, e leggete tante strip.


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Bookmarks Puntata 26 - 18 Ottobre 2008



Ascoltatrici di Bookmarks eccomi qui. Sono Claudio, sono alto un metro e settantasei, capelli castano scuro, occhi castano molto scuro, sono appassionato di montagna, esperto sciatore, rocciatore molto scarso e studente di lettere pietosamente fuoricorso. E soprattutto non si vede che mi sono da poco iscritto a Facebook, vero?

E, a proposito di cose che stanno riscuotendo successo, oggi vi raccontiamo di una delle web-strip che raccoglie maggiori consensi oltreoceano. Prenotate il low cost transatlantico, perché si vola a New York a casa di Bob the Squirrel: Bob lo scoiattolo, per i non anglofoni.

L’opera del trentatreenne Frank Page ha tutte le carte in regola per spaccare e fare il botto, come dicono i giovani, i vecchi e i conduttori single di trasmissioni radiofoniche (cosa aspettate a winkarmi??).
Per una volta voglio partire dalla grafica di questo web-comic, ottimo esempio di come questo prodotto sia una studiata macchina da successo. Qui in redazione infatti, è subito scattato il nostro senso di riconoscimento, immediata reazione a qualcosa di familiare nei disegni di Page. E tuttavia, la pur immensa macchina analititica dei sei\settecento redattori di Bookmarks, non è stata in grado di identificare la fonte precisa della sensazione. Si sono sptrecati nomi e paragoni: da Jeff Smith, autore di Bone, a Mc Donnel di Mutts, citato soprattutto nel lettering. Addirittura sono stati scomodati amici come Federico Tramonte ed italici mostri sacri come Silver. Niente, nessuno soddifaceva appieno la richiesta.

Tirando le fila, Page fa breccia nella memoria visiva degli appassionati, con uno stile a metà fra quello classico delle strip in bianco e nero (a colori quella domenicale) e quello più spigoloso e carico di tanti fumetti underground degli anni ottanta e settanta.

E passando alla struttura narrativa la musica cambia poco, riproponendoci di nuovo note già sentite e melodie evocative. Il plot è molto molto semplice: Frank Page fa di se stesso il protagonista della serie e traduce a fumetti le proprie giornate, avendo la cura di aggiungere ai protagonisti della sua vita quotidiana un curioso scoiattolo parlante. Bob appunto, come da titolo della strip, vera e propria spalla del protagonista, sempre pronto a rubargli la scena. Petulante ed un po’ nevrotico, scorretto e pungente, Bob dice quel che Frank non ha il coraggio di dire, e si fa di volta in volta sprone sferzante o valvola di sfogo quasi psicanalitica delle sue frustrazioni.

Beh? Non vi è squillato dentro alcun campanello? A noi sì. L’idea di base della serie è infatti quella che il mio capo, Davide Curioso Morando, definirebbe da reality-strip, non diversa da quella di Eriadan, forse il web comic più popolare d’Italia. Che dire poi del compagno peloso? Se la nostra memoria salta molto rapidamente al tigrotto di peluche di Calvin e Hobbes, facendo qualche passo più in là arriviamo al paragone meno scontato, ma forse ancor più calzante, con il Giuda Ortolaniano di Venerdì 12, anch’egli straniante voce della coscienza di un protagonista sentimentalmente un po’ bloccato.

Tutte queste curiose corrispondenze le ho volute buttare lì alla rinfusa, senza distinguere tra autori ed opere precedenti o successivi al lavoro di Page, perché il succo del discorso non è affermare o meno che Page ha copiato o che, viceversa, ha fatto scuola. Il punto è che qui sono riconoscibili componenti fondamentali di moltissime opere di grande o grandissimo successo. La ricetta, insomma, contiene tutti gli ingredienti giusti.

Eppure…

Eppure per una volta ci tocca vuotare il sacco, cari amici, e confessarvi che Bob the Squirrel non è riuscito a convincerci fino in fondo. Per essere una serie così ampiamente votata all’umorismo e graficamente connotata alla caricatura, troppo spesso assume toni di mezzo, indecisi fra la risata ed il sorriso, e addirittura, ogni tanto, si scopre debole nei testi e nella verve comica, salvo poi regalare alcune tavole intensissime e davvero da scompisciarsi. Frank Page insomma vince ma non convince, secondo il nostro personale giudizio.

Chi invece si è lasciato convincere del tutto da Bob the Squirrel, lo ha pubblicato e tradotto qui in Italia: alcune tavole di Frank Page sono infatte comparse nel 2007 sui quattro numeri di Strip Season, rivista totalmente dedicata ale strip edita da Bottero edizioni. Se vi siete persi la rivista, non disperate: correte su www.bobthesquirrel.com, e magari fateci sapere se la pensatte come noi, oppure insultateci senza pietà per non aver compreso fino in fondo la grandezza di questa serie, venendoci a trovare su ztrudel.blogspot.com, dove potrete leggere ed ascoltare questa e tutte le altre puntate di Bookmarks.

Ricordatevi poi che noi torniamo ovviamente sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

L’importante però è che leggiate tante strip.


Ascolta la puntata :






mercoledì 29 ottobre 2008

Bookmarks Puntata 25 - 11 Ottobre 2008




Cari fratelli e care sorelle, è inutile che vi lamentiate adesso. Duemila anni, sono duemila anni che vi viene ripetuto e voi niente, non ci avete creduto. Visto? Chi aveva ragione? Chi aveva ragione? Avete voluto credere nel profitto, nel guadagno, nel lavoro, nel denaro? Il Dio Denaro? E adesso che c’è la crisi, è inutile, ve lo possiamo sventolare in faccia che i soldi sono nulla, scompaiono e l’unico valore eterno, immutabile sono le Web-strip. (AMEN FRATELLO!)

E così, invece di affannarvi con i futures e le obbligazioni, fareste meglio a darci retta ed ascoltarci attentamente. Anche perché la serie che andiamo ad analizzare adesso adesso, rischia di tornarvi utile per davvero, ammesso che tenga fede al suo sottotitolo. L’ospite di questa puntata di Bookmarks è infatti Zorflick.

Ah, volete sapere il sottotitolo? “Come essere felici nonostante se stessi anche adesso che siamo arrivati ai trenta e la festa è finita”

A questo punto i miei venticinque ascoltatori si saranno divisi in due grandi fazioni: quelli che hanno passato i trenta, che sono indecisi tra il maledirmi e lo spegnere la radio intristiti e quelli che ancora no, la festa non l’hanno finita, tentennanti fra il pensare malinconici al futuro e lo sbeffeggiare la generazione precedente. Beh, a noi sembra di avere un ottimo consiglio per tutti: andatevi a leggere Zorflick e vedrete che vi si risolleverà il morale.

Per spiegare Zorflick bisogna partire da Lui, il suo autore. E Lui è Lui in senso stretto, pronome personale obliquo reso nome d’arte da Matteo, bergamasco web-designer che nel 2004 ha iniziato a mettere in rete i suoi lavori, ma che sostiene di disegnare da sempre e fare fumetto sin dalla notte dei tempi. Se Lui è l’autore, Theo è il protagonista della serie, cioè la metà che non scrive e disegna, ma si limita a vivere nel mondo reale. Se così possiamo definirlo.

Sì, perché nel mondo di Zorflick pare proprio che non ci sia poi molto di normale. Da un lato infatti ci sono gli amici di Matteo, ragazzi del tutto normali, magari un po’ fanfaroni ed illusi come Mirko, oppure appena appena gonfiati nella loro competenza tecnologica, come Lillo che ha due servitori cibernetici, o ancora leggermente fantasiosi come Morak, che incidentalmente è un vampiro.
Dall’altro lato ci sono quelli strani davvero, come Pasola, piccolo mutante sanguinario, frutto di esperimenti malriusciti e Zorflick, non altri che il gatto peluche parlante di Matteo, voce della ragionevolezza e per questo inascoltato. E la lista potrebbe continuare a lungo con Andrea, fratello di Theo, o con il Criceto di natale, piccola ed innocente vittima di Pasola, ma rischieremmo di finire domattina, e Laura ed Andrea ci tengono alla seconda parte del Garage Ermetico.

Sta di fatto che questa pletora di personaggi, molti dei quali apparentemente ispirati a persone fisiche esistenti, è protagonista delle più disparate vicende. Lui infatti gioca con la narrazione a più livelli, senza farsi mancare assolutamente nulla. Dalla striscia di tono colloquiale, finalizzata alla battuta scema, alle vere e proprie saghe lunghe, con intenti di parodia del fumetto d’avventura, di fantascienza o d’azione.

Non ci stupiremmo se dopo questa breve presentazione vi sentiste leggermente disorientati. Non ci si può far nulla, Zorflick è così: accoglie dentro di sé il materiale fumettistico più disparato e lo mette in mano ad un trentenne mai cresciuto fino in fondo, che ci si diverte un po’ come capita ed un po’ come gli viene, senza preoccuparsi troppo della sua coerenza generale. Definire la serie in maniera univoca è perciò impossibile, ma basta avere un minimo di coraggio per entrarci dentro ed innamorarsene, guidati soprattutto dall’affetto per il gruppo di amici che ne è protagonista, vera forza unificante di questo web-comic, e dall’umorismo autoironico ed un po’ bastardo di Lui.

Il quale, particolare non da poco, è anche un ottimo disegnatore, uno di quelli che ha evidentemente sudato sui fogli. Lo dimostrano la versatilità del suo tratto, divenuto sempre più pulito con il passare del tempo, e la varietà di effetti di chiaroscuro con cui Lui gestisce la scena, usando tutti gli strumenti del campo, dal retino al tratteggio, fino ai grigi sfumati della colorazione al computer. E a proposito di colori non si può non citarne l’originalità, utilizzati con parsimonia per sottolineare particolari o caratteri tipici di alcuni personaggi.

In conclusione: se anche voi come Lui, non avete alcuna voglia di diventare grandi, qualunque sia la vostra età, correte sul sito zorflick.com ed immergetevi nelle atmosfere liberamente folli di questo divertente fumetto, che rischiate di trovare anche in fumetteria in due diversi volumi: Zorflick – Per chi suona la campana e Zorflick – Prendila come viene amico. Il primo edito da Shockdom, ed il secondo da Associazione altrove, due meritevoli iniziative che riuniscono alcuni dei migliori web-stripper italiani.

Invitandovi a cercarle entrambe in rete e a venirci a riascoltare su ztrudel.blogspot.com e a tenere d'occhio le frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14) vi salutiamo come di consueto: leggete tante strip.


Ascolta la puntata :






domenica 26 ottobre 2008

Bookmarks Puntata 24 - 04 Ottobre 2008


Amici, ma soprattutto amiche del Garage Ermetico, benvenuti ad una nuova puntata di bookmarks. Venite pure a rifugiarvi tra le nostre frequenze, venite, entrate uno alla volta. Tu, spaventato dalle borse che crollano, lei, signorina, inquieta per questo settembre anni settanta più freddo ed umido di una palude nella taiga, quest’oggi vi offriamo una strip che ha l’effetto di una coperta calda, di una tazza di latte e miele, di una rassicurazione affettuosa.

Topo tanti web-comic dall’argomento ultramoderno o dai toni sperimentali, dopo tanti soggetti inusuali e ardimenti grafici d’avanguardia, finalmente un fumetto spiccatamente ed amabilmente classico e tradizionale: Ettore e Baldo.

Partiamo dunque dal titolo e dai due protagonisti.
Ettore: umanoide allampanato, lungo lungo e stretto stretto, con due ciuffi ribelli di capelli ricci e neri, apparentemente single, istintivamente simpatico. Non è giovane, ma certo non è vecchio. Non dà l’idea di essere ricco, ma nemmeno lo vediamo al lavoro, affaticarsi per portare a casa la pagnotta. Sicuramente è un tipo originale e creativo, forse giusto con qualche lieve disturbo del comportamento e un minimo di schizofrenia, ma di quelle amichevoli. Buffo nasone, curiosa mimica facciale.

Baldo: è un cane? Mah…sembrerebbe. Ma siamo sicuri? Ma sì, non vedi le orecchie, il naso? E’ un cane. Bene, allora: canide bipede, abbigliato con comoda salopette estiva (probabilmente per mettere in mostra il pelo). Dotato di grande sopportazione delle intemperanze del padrone\amico\compagno di scorribande. Apparentemente incapace di comunicare con gli umani, a meno che non si tratti dei lettori, che riescono facilmente a leggergli nel pensiero ( o meglio, IL pensiero).
Due amici a spasso, in cerca di guai ed avventure, talora quotidiane, come le schermaglie con uno slittino ed una collina innevata, talora surreali, a meno che a voi ascoltatori non succeda spesso di fare la conoscenza di piccoli alieni svalvolati, scambiarli per insetti da salvare, rispedirli nello spazio su una caffettiera a razzo.

La semplicità del plot e l’universalità dei due protagonisti, sono tra le chiavi della serie, e permettono agli autori di guidare Ettore e Baldo attraverso le situazioni più disparate, e di raccontarci le loro avventure sia in maniera episodica, in tavole indipendenti ed autoconclusive, sia in brevi saghe sia narrative che tematiche, che ruotano cioè attorno ad una situazione particolare, senza raccontare una vera e propria storia.

Alla regia e alla sceneggiatura ci sono Roberto Pasini, sceneggiatore e Stefano Milanini, autore, disegnatore e vero papà dei personaggi, creati nel lontano 1991, lasciati riposare in un cassetto, e recuperati alla bisogna nel 2007, anno della nascita del progetto.
Se c’è una cosa che si può dire con certezza di questi due signori, è che hanno letto e masticato strip molto a lungo e molto attentamente, ed ora che tocca a loro, dimostrano di avere imparato a menadito la sintassi di questo linguaggio. Ed è qui che si manifesta tutta la classicità di cui vi abbiamo accennato all’inizio.

Se le sceneggiature sono spesso un omaggio alle più famose strip con una coppia di amici come protagonisti (da Calvin e Hobbes di Watterson ai Mutts di Mc Donnel), sono però i disegni a colpire subito per un apprezzatissimo gusto retrò, dovuto tanto alla caratterizzazione dei personaggi quanto al tratto pulito e caricaturale. Milanini si inserisce di forza nella nobile tradizione in bianco e nero, con uno stile che a tutta prima ricorda le opere più libere di Giorgio Cavazzano e, a tratti, il Nilus di Origone. Scelta saggia, che ammicca alla memoria dei cultori, citando senza scopiazzare, e che va sul sicuro con i lettori occasionali, battendo comunque strade già collaudate.

L’effetto globale di questa serie è quello di un oggetto di buona, quando non ottima fattura, veicolo di simpatia garbata ed innocua, di un divertimento mai sopra le righe confezionato con affetto.

Se volete anche voi respirare le atmosfere garbate di Ettore e Baldo, vi spediamo senza indugi sul sito www.ettorebaldo.com, con una sola "e", oppure vi invitiamo a correre alla vostra fidata fumetteria per ordinare il loro volume, coraggiosamente autoprodotto.

Buona caccia a tutti voi, gentili ascoltatori. Vi aspettiamo settimana prossima sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14) per aggiungere altre strip ai vostri preferiti.

Nel frattempo voi leggete tante strip.


Ascolta la puntata :






domenica 12 ottobre 2008

Bookmarks Puntata 23 - 27 Settembre 2008


Ascoltatore medio di Bookmarks, lo so, sono tempi difficili. Il petrolio alle stelle, il caro prezzi, il pessimo inizio di stagione del Milan, il nuovo ciclo di storie dell’Uomo Ragno. Sì, lo so, sono cose difficili da mandar giù. Senza contare che hai perso il lavoro, il tuo partner ti ha lasciato e la tua boyband preferita si è sciolta a causa di un litigio su chi avesse diritto a mangiarsi l’ultima M’n’m agli amminoacidi ramificati. Sei stanco, scoraggiato, e ti viene la tentazione di pensare che tutto ciò non sia casuale, ma sia il frutto di una trama insidiosa per toglierti di mezzo e che il mondo intero agisca contro di te.

Ma qui nella redazione di Bookmarks, dove siamo convinti che l’universo si possa interpretare attraverso le web-strip, come al solito abbiamo la pronta risposta ai tuoi quesiti.
E questa risposta è “no reason”, “nessuna ragione”.
Perché ho perso tutto? No reason.
Perché ho preso la multa? No reason.
Perché tra le aporie della gnoseologia ontologica non riesco ad individuare una linea guida ermeneutica ed a formulare una convincente tesi epistemologica su basi di fenomenologia? No reason…grazie al cielo. Problema risolto, quindi, e senza più alcun dubbio esistenziale possiamo iniziare a parlarti di No Reason Comic, manco a farlo apposta la web-strip di questa settimana.

Scritta da Jeff Moss ed illustrata da Dan Simon, No Reason è una delle più esplosive serie umoristiche di oltreoceano, e porta con orgoglio il suo curioso titolo per un motivo ben preciso: non ha motivo apparente di esistere. Non parla di adolescenti né di scuola, non ride dell’amore né del sesso, non ammicca ai programmatori o al mondo dei videogiochi, si disinteressa di politica e di sociologia. Nessun filo logico, nessun filo conduttore, nessuna storyline; solo Murph l’idiota e Jamie, l’amico dell’idiota. E un sacco di risate.

Sì, perché chi non riderebbe di un tizio che si chiama Murph o’Murphy? Chi resiste alla sua costante capacità di privare di senso qualunque cosa gli succeda intorno? (No reason, ricordate) E chi potrebbe rimanere serio di fronte alle figuracce rimediate da lui e, per causa sua, dal povero Jamie? Ben pochi. Certamente non noi.

Anche perché Moss e Simon sono davvero due umoristi nati.
Il primo grazie alla spregiudicatezza del suo stile di sceneggiatura, che gli permette muoversi con agilità nell’intero spettro delle situazioni comiche: dal nonsenso all’iperbole, dal riferimento immediato alla cultura di massa alla situazione paradossale.
Lo stile grafico di Simon poi è perfetto per tradurre visivamente l’atmosfera scanzonata della serie. Semplice e dinamico è impagabile nei momenti in cui ritrae lo sconforto o lo stupore dei protagonisti di fronte all’idiozia del mondo e delle persone.

E a proposito di personaggi, che dire della coppia di coinquilini che ci accompagna nel mondo di “No reason”?
Bè, non molto a dire il vero. Sappiamo che sono amici da una vita, hanno un’età indefinibile tra i venticinque ed i trent’anni, vivono in un’imprecisata città nordamericana, entrambi sono single. Murph e Jamie non hanno bisogno di molti tratti per definirli. Così come i loro autori, non necessitano di rispondere ad un tipo psicologico o a uno stereotipo, e a distinguerli è soltanto l’assoluta resa del primo alla propria irragionevolezza.

Questo essere sempre fuori dagli schemi permette a No reason di farci ridere davvero di qualunque aspetto della vita delle persone, e soprattutto di ricordarci che, se la satira ha bisogno della politica, la parodia di un genere da mettere in ridicolo, l’ironia di un bersaglio da colpire, l’umorismo non ha bisogno di ragione alcuna, ti casca addosso quando meno te l’aspetti come un vaso di petunie ed è sempre un peccato farselo scappare. Voi dunque non perdete l’occasione: correte sul sito noreasoncomics.com a fare scorta di risate gratuite e disinteressate. Le migliori.

Ebbene, fedeli ascoltatori, a risentirci la prossima settimana. Vi ricordiamo che potrete leggere e riascoltare questa puntata di Bookmarks sul sito ztrudel.blogspot.com, oltre che seguirci sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14), e senza bisogno di alcuna ragione vi raccomandiamo di leggere tante strip.

Ascolta la puntata :






sabato 20 settembre 2008

Bookmarks Puntata 22 - 20 Settembre 2008


Trema mondo, siamo tornati, come i cattivi più cattivi dei fumetti, e noi del resto siamo cattivissimi. puoi morirci, puoi suicidarci, puoi ammalarci di coma senza l'auto-reverse e persino farci l'amnesia, ma noi risorgiamo sempre: come il joker, come goblin, come lex luthor e giucas casella, bookmarks è tornato, arcinemesi di ascoltatori e conduttori del garage ermetico. certo il nostro minutaggio non ci permette di progettare la conquista del mondo, ma, rapidi e scattanti come siamo, non abbiamo rivali nel riempire i preferiti dei vostri computer di ottime strip e fumetti raccolti in giro per il web come ovuli e porcini nei boschi della maremma.

Visto che siamo in apertura di stagione, abbiamo deciso di servirvi una vera primizia, un gustosissimo antipasto che non mancherà di solleticare i vostri fini palati da intenditori. tutti pronti per una bella porzione di bambù, perché la nostra prima recensione vi introdurrà nel sognante mondo di un piccolo, tenero, simpatico orso panda.

Cari ascoltatori, alzi la mano chi di voi non ama i panda. queste bestiole bianche e nere, inno alla morbidezza pelosa, rientrano appieno nella ristretta categoria delle "cose che piacciono a tutti", come i ninja e le spade laser. dev'essere a questo che ha pensato giacomo bevilacqua, in arte keison, quando ha dato alla luce pandalikes.

La domanda che sorregge la serie è estremamente semplice, ma di difficile risposta: che cosa piace ad un panda? evidentemente insonne per la curiosità, keison ha deciso che era tempo di rispondere al quesito e di mostrare, con il piglio di un vero e proprio documentarista, cosa frulla in testa a questi orsacchiotti pigroni. quindi ha scelto il più simpatico e creativo della specie, ed ha iniziato a mostrarci di giorno in giorno quali sono le cose che emozionano, che divertono, che commuovono il suo panda. e così abbiamo scoperto che a panda piace imitare godzilla, e sputare dal terrazzo, che adora mangiare davanti alla televisione e parlare con mr. pesce, che nei ritagli di tempo fa lavori part-time, e che insomma ha una vita privata fatta di inesauribile creatività e sfrenata fantasia.

Le stesse armi che mette in campo il giovane giacomo bevilacqua, già disegnatore professionista di un certo successo (come tutti i disegnatori italiani che possono definirsi professionisti), e dotato di notevole talento, di cui ha dato prova anche su uno dei fumetti capostipite della tradizione italica: diabolik. qui, lontano da intrighi e furti con scasso, dimostra non solo un'ammirevole perizia tecnica, ma anche gusto e capacità di emozionare, grazie ad uno stile volutamente naif e minimalista e ad una naturale simpatia trasmessa dal suo tondeggiante personaggio e dalle assurde attività in cui lo colloca.

Due sono i principali motivi di interesse di pandalikes.
Primo: keison sa gestire una tavola ed ha deciso di dimostrarlo ampiamente. sceglie una griglia molto semplificata, fatta di sole tre vignette ognuna legata ad un'attività del piccolo panda, e poi gioca con questa formula, ripetendola fedelmente, ma variandola di continuo, permettendo allo spazio di una vignetta di sconfinare nelle altre in maniera dinamica, facendole interagire tra loro con originalità.

Secondo: l'atmosfera della striscia è semplicemente incantevole. raccontare quel che piace alla sua amata creaturina, è il modo attraverso cui giacomo bevilacqua ha deciso di dipingere la bellezza e la gioia. l'elenco grazioso e leggero di pandalikes, oltre che essere un divertente gioco di inventiva, alla luga prende la forma di un affresco, di un viaggio a tappe tra le cose che ci fanno sorridere.

Altro aspetto miracoloso di pandalikes e del suo autore è il fatto che giacomo trovi il tempo di aggiornare quotidianamente la strip, e chi è pratico della blogosfera sa quanto sia raro imbattersi in una simile costanza, figuriamoci per un fumettista.
Noi cogliamo la palla al balzo e proprio qui, all'inizio della nuova avventura di bookmarks, vi consigliamo un modo per iniziare le vostre giornate: un'emozione mattutina offertavi da keison e da pandalikes, che trovate sul sito pandalikes.blogspot.com.

Per oggi abbiamo finito. prima di dirci da soli "bentornati", vi ricordiamo che potete leggere e riascoltare tutte le puntate di bookmarks sul sito ztrudel.blogspot.com (oltre che seguirci sulle frequenze del Garage Ermetico su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14). ringraziamo laura ed andrea per averci di nuovo voluto con loro, per fare insieme un altro tratto di strada. un augurio ed un grazie a loro, e la nostra solita raccomandazione a voi: leggete tante strip.

Bentornati!


Ascolta la puntata :






sabato 7 giugno 2008

Bookmarks Puntata 21 - 7 Giugno 2008



Stripparoli e stripparole, ci siamo.
Oggi è il giorno che aspettavate fin dal 12 di Gennaio.
E se non lo aspettavate voi, allora eravamo noi a farlo perché questa di oggi è l'ultima puntata di Bookmarks.
Non sono servite le vostre lettere di lamentela. A nulla è valsa la vertenza sindacale della radio, ne il costante negare la responsabilità dei ragazzi del Garage Ermetico. Sembra ieri che s'è cominciato ed invece eccoci qui, sulle nostre gambette rachitiche e traballanti, con più di venti web-strip nei nostri "preferiti".
E domani, naturalmente, il mondo!

Come ultima strip abbiamo conservato una piccola perla a cui teniamo molto.
Un po' come quando a letto vi concedete gli ultimi cinque golosi minuti di sonno. Ed è proprio il sonno, o il sogno, uno dei temi portanti di 'Round the Clock, serie scritta e disegnata da quel bel ragazzone alto alto di Paolo Di Tonno, in arte Ditò. Autore italiano trapiantato in Svizzera, probabilmente per sfuggire ai creditori, che tempo fa abbiamo già nominato parlandovi di Baudelaire lo struzzo metafisico, da lui realizzato con la complicità di Marco Arnaudo.
Ma mi dicono che abbiamo un inviato a Lugano...
Ci sei inviato?

Sì Davide, eccomi in diretta dall'Elvezia.
Abbiamo un comunicato importante.
Secondo le agenzie Ditò è un tipo estroso, istintivo nel suo creare fumetti. Tanto istintivo che capita si stanchi, di una serie, di un tema, o anche solo della routine di disegnare ogni giorno una nuova striscia. Può succedere così che 'Round The Clock sparisca, anche per anni, lasciando orfani un imprecisato numero di affezionati fan. Gli addii non sono mai per sempre però, e ad ogni ritorno corrisponde un piccolo cambiamento di punto di vista nella serie. Non stupitevi quindi di sentirci parlare di un prima e di un dopo.
A voi studio.


Grazie mille Claudio, collegati ancora per eventuali sviluppi!
All'inizio di tutto, il sonno era una caratteristica che accomunava i personaggi principali della serie. Natale ad esempio, oltre ad essere il protagonista, è anche uno che dorme d'in piedi. Un uomo semplice con una vita semplice e per nulla avventurosa. Anche la sua faccia è ... un po' così ... è una faccia faccia, insomma.
Un Charlie Brown adulto, che non ha dimenticato d'esser stato bambino una volta, tanto tempo fa.
Non lo aiuta il suo stile di vita, che gli concede poco spazio tra casa e lavoro. Condizione disagiata che accomuna un po' tutti i programmatori. Si perché Natale ha scelto questo buffo ed alienante lavoro, curioso leit-motive di molte web-strip italiane. Il suo rifugio è però nel mondo dei sogni, dove col suo pigiamino a quadri può incontrare i suoi eroi, o le sue eroine, residuati bellici di cinema e TV dagli anni '70 ai giorni nostri.
C'è chi invece di dormire proprio non ne vuole sapere ed è Marta, una delle colleghe di Natale. Acida ed isterica come solo un'insonne cronica può essere.
Quaresima invece vive in uno stato di eterno torpore, tra bruschi ed eccitati risvegli e crolli improvvisi nel sonno più profondo. E' narcolettica, povera, e deve approfittare del tempo che riesce a star sveglia parlando il più possibile ed impicciandosi di ogni cosa.

Questo era il mondo di Natale fino a qualche anno fa.
Poi arrivò Patoornia e tutto cambiò.
Piccola.
Otto anni al massimo.
Due treccine sparate ai lati della testa ed un'insana quanto precoce cattiveria.
Avete presente il tipo di mente criminale?
Ecco, bravi.
Patoornia è stata in grado di scalzare ogni altro personaggio della serie, affiancando il protagonista in quel che oggi sembra esser diventata la triste cronaca di come una nipote sia un grado di demolire ogni briciolo d'autostima residua di un povero zio.
Niente più sonno, niente più momenti liberi, lei è in agguato dietro ad ogni angolo!

Scusate studio, un aggiornamento!
Nonostante le metamorfosi della serie l'atmosfera leggera, la poesia e l'ironia pungente ma appena affilata di Ditò sono rimaste invariate, ancora oggi perfettamente in grado di farvi sorridere con sottili riflessioni o ridere di gusto con sferzate improvvise ed inattese.
Anche il suo tratto, sintetico ma incisivo come quello del Reg Smyte di Andy Capp, è una piacevole costante, maturo nell'ultima vignetta così come nella prima.
Insomma, nonostante i periodi di stanchezza, Ditò non riesce proprio a liberarsi di questo suo piccolo mondo delicato e divertente, e noi non possiamo che approfittarne in silenzio, quatti quatti, sperando che non si stanchi un'altra volta.

Voi però, visto che non si sa mai, affrettatevi a leggerlo sul suo blog roundtheblog.splinder.com o su una delle molte pubblicazioni cartacee su cui è apparso, tra cui l'effimera BrandNew! di FreeBooks, l'ottimo stRRRippit! di Grrrzetic!, o Sveglia, la prima e fin'ora unica raccolta ufficiale della serie pubblicata nel 2004 da Lilliput Edizioni.
A voi la linea!


Grazie Lugano.
Due note finali.
Ci permettiamo di suggerirvi anche la lettura del blog Balloons, dove Ditò assieme ad alcuni degli autori di cui vi abbiamo parlato in questi mesi, oltre a molti altri innamorati di questo piccolo grande formato che è la strip, vi delizieranno con gustose strisce ed ottimi articoli.

Per questa "stagione" s'è finito, quindi.
Che qui, in radio, le stagioni mica sono come le vostre.
Noi se ne hanno due sole.
Una di lavoro ed una no.
E quella di lavoro riprenderà pressappoco per fine settembre, e non si sa mai che Bookmarks non sia di nuovo lì per voi.
Magari in una nuova veste, o magari ignudo come mamma l'ha fatto.
Per ora ringraziamo Andrea Antonazzo, Laura Pasotti e Francesco Matteuzzi che sono stati tanto incoscienti da credere in noi, tutti voi che ci avete ascoltato o letto su questo blog e ci ringraziamo pure un po' tra di noi.
Davide Morando e Claudio Scaccabarozzi, oltre a tutta la redazione di Ragno Edizioni che, in questi mesi, un po' come voi tutti, leggerà tante strip!


Ascolta la puntata :







sabato 31 maggio 2008

Bookmarks Puntata 20 - 31 Maggio 2008


Ben trovato, viaggiatore dell’etere, su Bookmarks, la trasmissione radiofonica che non si attacca al lavoro del tuo dentista. Troppo educati qui in redazione, troppo amorevoli, convinti come siamo che se qualcuno ruba una fiore per te, sotto sotto c’è una web-strip.
Incredibile, la passione per gli spot degli anni ottanta non passa mai.
Ma torniamo a noi, perché se Malizia è profumo di intesa, qui a Bookmarks oggi si sente l’odore di un piccolo capolavoro dell’umorismo contemporaneo. Stiamo parlando della serie dal titolo RX, scritta e matitata da Roberto Gionta, in arte Roberto Gionta.

Se pensate che RX sia uno strano nome per un fumetto, non oso pensare come prenderete la notizia che è anche il nome proprio del suo protagonista. Non è dato sapere se si tratti di iniziali o di semplice crudeltà da genitori, sta di fatto che il giovane RX, questo destino ingrato fa di tutto per meritarselo. Questo ed altri, a dire il vero.

Studente universitario per modo di dire, perdigiorno a tempo pieno, il nostro eroe ha un solo desiderio: vuole essere un figo. La smania di prevalere e di essere finalmente un vincente, ammirato dalle folle e dalle piazze, è la molla principale delle sue azioni. I problemi però sono due: il primo è che RX è un cinico bastardo, capace quasi di tutto pur di raggiungere il suo risultato. Il secondo è che è un vero e proprio sfigato, e la meta prefissa gli rimane sempre irraggiungibile.

Di volta in volta RX è posto di fronte alla dura realtà; sogna una vita di soddisfazioni, di belle donne adoranti e disponibili, di adulatori pronti a tutto pur di soddisfarlo, mentre la sua esistenza si riassume più o meno in quanto segue: due amici sfigati quanto lui, che il più delle volte sono complici e vittime solidali delle sue pessime figure, una nonna come coinquilina, una splendida ragazza che ci starebbe anche volentieri, ma con cui lui riesce a rovinare sempre tutto. Unica valvola di sfogo delle sue frustrazioni è il ragazzino dei vicini, vera zecca insopportabile, prototipo del piccolo rompipalle, di cui però RX riesce spesso a vendicarsi, con scherzi atroci e notevoli dimostrazioni di gratuita immaturità. Se aggiungiamo a questo quadretto la presenza del Signor Morte, tristo mietitore incaricato di prendersi l’anima del protagonista, ma troppo amante della birra per portare a termine l’incarico, ecco che ci troviamo con un inesauribile potenziale di situazioni assurde.

E questo potenziale è oro nella mani del signor Gionta, che ne ha saputo trarre una serie di grandissima potenza comica. Spregiudicato e senza freni, Roberto non esita a costruire la battuta senza preoccuparsi troppo di andare per il sottile. Poco ricercato o raffinato, esattamente come il suo stile di disegno, Roberto Gionta è l’amico spiritoso, magari ogni tanto un po’ volgare, ma sempre intelligente e divertente che tutti vorrebbero in compagnia. Dateci retta quando vi diciamo che a volte una vignetta di RX è in grado di stendervi a terra in preda alle risate. Avete presente quelle da addominali intorpiditi? Ecco, quelle lì. Si scherza sul sesso, sulle donne, sugli amici, sulla tivù. Si scherza per il gusto di scherzare, senza mezzi termini e senza troppo riguardo per nessuno.

Tra l’altro il nostro allegro burlone non si fa mancare niente e scorrendo l’archivio della serie è facile incappare nelle dichiarazioni d’amore di Gionta per il suo mezzo d’espressione: il fumetto. Con una certa frequenza infatti assistiamo all’incursione di personaggi notissimi dei comic americani e nostrani, da Rat-man ai Fantastici quattro, nonché, vera e propria chicca, alle comparsate degli amici fumettari dell’autore. Così può capitare che una vignetta di RX sia disegnata da Eriadan, o che a dialogare con il Signor Morte capiti l’Orso Ciccione di Flavio Nani, in veri e propri crossover da antologia.

Questa strip da buttare il telecomando, la trovate sul bellisimo sito www.rxstrip.it. Insieme ai lavori di molti altri bravi fumettari della rete, RX ha trovato una suo spazio cartaceo sulla raccolta Strrrippit, con tre erre e due pi, edito nel 2007 da Grrrzetic editore.
Ma voi cosa state aspettando? Di corsa a farvi quattro risate con le storie di vita vissuta di RX, mentre qui in redazione fervono i preparativi per la nostra prossima puntata, che, annuncio ufficiale, sarà l’ultima di questa prima stagione di Bookmarks.

Quindi orecchio alla penna, perché la prossimavolta che ci leggerete\ascolterete su queste pagine o sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14), sarà l'ultima per un po' di tempo.

Quindi appuntamento a settimana prossima.
Fedeli alla linea ragazzi e leggete tante strip.


Ascolta la puntata :






sabato 24 maggio 2008

Bookmarks, puntata 19 - 24 Maggio 2008


Cari amici del Garage Ermetico, salutate con entusiasmo il ritorno di Bookmarks, la pillola radiofonica senza controindicazioni, integratore di web-comic per il vostro intestino pigro.
Quindi pronti con un bel bicchierone d’acqua e check it out, let’s rock, give it away e tutte quelle frasi lì superfighe che direbbe un vj superfigo, perché per la terza volta la redazione ha deciso di espatriare e di prendere in esame un fumetto statunitense.

Dopo Dork Tower e Pvp, direttamente da oltreoceano, è il turno di Ctrl+alt+del, di Tim Buckley. Iniziamo con il dire che CAD non ha in comune con gli altri due soltanto la nazionalità, ma anche il tema di fondo, ovvero lo sguardo satirico e divertito su un gruppo di giovani irrecuperabili nerd. Fumetti e pc: di questo sono fatte le striscie on-line. Naturale quindi che i protagonisti e i realizzatori di queste opere ci parlino di universi spesso molto simili, e di comuni manie giovanili. Come moltissime web-strip nate negli ultimi anni Cad parla di videogiochi, la principale, dominante passione dell’autore e del suo protagonista, che risponde al nome di Ethan MacManus.

Definire Ethan un idiota è abbastanza riduttivo. Definirlo socialmente pericoloso è già meglio, per quanto incompleto. A dirla tutta è un maniaco compulsivo del joypad, delle consolle, di qualsiasi piattaforma per videogiochi. Pure fortunato, visto che finisce trovare lavoro in un negozio del settore, per farsi sopportare da un paziente amico in odore di santità e per inciampare nell’unica ragazza al mondo che potesse innamorarsi di lui.

Il primo dei due disgraziati è Lucas, programmatore informatico con la missione di tappare i buchi della mente malata di Ethan. Costretto a sopportare per anni le follie del suo coinquilino, si toglie grandi soddisfazioni sconfiggendolo sonoramente nei videogame di strategia, in cui gli è nettamente superiore. Se anche lui non fosse un giocatore appassionato, probabilmente si sarebbe da tempo gettato dalla finestra.

Destino a cui ogni giorno scampa per miracolo Lilah Monroe. Lilah si presenta sulla scena come un miraggio: insomma, le ragazze carine non giocano ai videogiochi no? Errore, perché questa morettina incredibilmente caparbia sogna di divenire una professional gamer: una giocatrice di professione. Sventurata, si innamora di Ethan. La beffa è che lui la corrisponde e a lei tocca gestirlo quotidianamente. Un impegno, capirete, ai limiti dell’esaurimento nervoso.

Se a qualcuno restassero dei dubbi, l’unico grande tema di CAD sono i videogiochi, con qualche incursione nei classici temi connessi all’argomento: Guerre stellari, Signore degli anelli, fumetti ed altri feticci classici dei nerd. L’ironia spietata ed esplosiva di Buckley spazia dalle situazioni impossibili in cui Ethan si caccia nella vita reale ai trip mentali in cui si immedesima con i protagonisti dei suoi giochi preferiti.

Con alle spalle quasi sei anni di storia, CAD ha subito un’evidente evoluzione soprattutto nei disegni, dalle prime caratterizzazioni grafiche molto standardizzate, ad una maggiore versatilità sia nel tratto che nelle colorazioni. Non vale la stessa cosa per lo stile narrativo. Buckley ripete da sempre la stessa formula ormai collaudata, che ormai gli calza a pennello. Lo salva dalla monotonia la leggerezza della serie. Diversamente dai suoi cugini John Kovalic e Scott Kurtz, Tim non ha grandi doti d’artista, non è in grado di calarsi in panni più seri ed impegnati e lo sa, pertanto si limita saggiamente a strappare la risata al lettore e mandarlo a casa contento.

Sua vera scelta di originalità è invece quella di gettarsi, udite udite, nell’animazione della sua web-strip. Ebbene sì, molte strisce di CAD sono state convertite in brevi cortometraggi che potete trovare su youtube e che, fino ad un paio d’ani fa, erano un appuntamento fisso per gli appassionati della serie, salvo poi interrompersi bruscamente quando gli episodi sono stati addirittura raccolti in DVD e messi in commercio.
La serie invece continua su www.ctrlaltdel-online.com, sito su cui è possibile ordinare i tre volumi antologici autoprodotti e pubblicati tra il 2004 ed il 2006.

Mi raccomando, ragazzi, non solo playstation,ma ogni tanto venite a divertirvi su queste pagine e sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

E via, anche per questa settimana è tutto. Noi della redazione, che continuiamo a sfidarci soltanto a Mario Bros e Puzzle-bubble, vi invitiamo come sempre a riascoltarci su http://ztrudel.blogspot.com. Voi, tra un torneo di Halo e l’altro, leggete tante strip.


Ascolta la puntata :






sabato 17 maggio 2008

Bookmarks Puntata 18 - 17 Maggio 2008


Benvenuti ancora una volta nello spazio di Bookmaks, i cinque minuti di radio meno ben disposti nei confronti dell’estate, visto che la redazione la passerà sudando sette camicie per selezionare, valutare, analizzare, rosolare e poi glassare le prossime strip da cuocere in forno a 200 gradi e servire guarnite tra i vostri preferiti.

Ok, quando avete finito di compatirci e di organizzare i vostri viaggi verso spiagge assolate, mettetevi comodi e concentrati, perché vi aspetta la puntata più accademica del nostro programma. Del resto lo impone la strip che vado a presentarvi quest’oggi, ovvero Nestore, di Enrico Trentin, in arte ET. E non iniziate tutti a fare i simpaticoni con il ditino, “telefono casa” o quelle cose lì. Davvero, seri e concentrati tutti quanti perché Nestore non è una strip come le altre.

Dunque, diciamo di poter dividere il mondo in due: da una parte le persone teoriche, i filosofoni, che cercano affannosamente una spiegazione, una ragione, una visione generale delle cose. Dall’altra le persone pratiche, che quei precetti li mettono a buono o cattivo uso, magari senza rendersene conto, oppure senza nemmeno conoscerli. Ci siamo fin qui? Bene.

Detto questo ci tocca definire un terzo gruppo di persone, che riescono ad essere l’uno e l’altro contemporaneamente. Che insomma riescono a fare teoria mentre la mettono in pratica. Non confondiamoci, non parlo di un personaggio in grado di fare ora l’una ora l’altra cosa, ma entrambe contemporaneamente. Mica facile no? Eccoci qui, Enrico Trentin è proprio un rappresentante di questa categoria. Nestore, infatti, è il più classico esempio di Metafumetto. E cioè un fumetto che parla di fumetto.

Protagonisti principali della strip sono Nestore, manco a farlo apposta, ed il suo autore. Fra i due è in atto una sorta di battaglia senza tregua. E’ abbastanza evidente che si sopportano a fatica e che non si lasciano scappare l’occasione di farsi ogni genere di dispetto, così per il gusto di farlo. Il problema è che Nestore, con i suoi occhiali e la barbetta incolta, è prigioniero della carta e delle vignette, mentre Enrico è un essere umano in carne ed ossa, dotato di tutte le armi di un fumettista. Matita, pennini, retini, e la temibilissima gomma, che potrebbe mangiarsi il povero Nestore da un momento all’altro. Una lotta impari. Fortuna che il buon ET ha il cuore grande e che ogni scarrafone è bello a mamma sua, altrimenti il povero personaggio non avrebbe vita lunga, con la linguaccia che si ritrova e che usa per criticare e mettere in imbarazzo il suo creatore.
Raccontata così sembra semplice ed invece Nestore è una strip di grande complessità, un dialogo tra un personaggio parlante ed un autore muto, che interviene sulla pagina tramite l’immagine fotografica dei suoi strumenti di disegno, che invadono le strisce per cambiare, cancellare, modificare, in risposta alle polemiche Nestoriane.

Ogni battuta, ogni situazione, ogni singolo spunto narrativo è un’analisi, uno sguardo su un aspetto del fare fumetto. Non importa che sia un dettaglio tecnico grafico o un luogo comune narrativo: tutto il bagaglio del raccontare tramite le immagini e le parole è materiale nelle mani di ET, che dimostra di conoscerlo perfettamente, traendone ogni volta un paradosso abilmente costruito. Il bello è che, dopo la lettura di ogni striscia scatta il riconoscimento, ci si rende conto che sì, le cose stanno proprio così, e un nuovo pezzo della magia del fumetto ci è stato svelato. E’ qualcosa che si ritrova in pochissimi autori, come Leo Ortolani o Tito Faraci, con la differenza che in nessuno è così dichiarato ed evidente e in nessun altro caso ci è capitato di assistere ad un’opera totalmente votata al metafumetto, senza altri piani narrativi.

Miracolo dei miracoli: pur essendo così tecnico, così apparentemente dedicato agli addetti ai lavori, NestoRe risulta sempre e comunque divertente e scatena risate aperte, piene, non quei risolini compiaciuti da intellettuale che la sa lunga e che l’ha capita solo lui.

I lavori di ET si possono leggere sul blog personale di Enrico: nestore.splinder.com fatta eccezione per le prime cento strip, che sono state rimosse. Per leggerle infatti, dovrete ordinare sul sito stesso o alla vostra libreria di fiducia, il volume in cui sono state diligentemente raccolte nel 2006 dall’editrice Agorà Factory, con il titolo NestoRe - Battibecchi fra un fumetto e il suo disegnatore. Gustosa chicca la prefazione di Rocco Tanica, tastierista degli Elio e le storie tese, di cui Enrico è fedele ammiratore.

Sperando di avere scatenato la vostra curiosità per un fumetto così unico nel suo genere, vi ricordiamo che potete leggere ed ascoltare le nostre puntate sul blog – archivio ztrudel.blogspot.com
e vi diamo appuntamento sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

A risentirci a presto metaascoltatori.
Fateci contenti e leggete tante strip.


Ascolta la puntata :






sabato 10 maggio 2008

Bookmarks Puntata 17 - 10 Maggio 2008


Orrore, orrore, ho visto un ramarro marrone che correva nel prato verde.

Benvenuti su Bookmarks, disorientati ascoltatori del Garage Ermetico e perdonatemi tanto, ma desideravo da sempre sfoggiare alla radio la mia orgogliosa erre moscia. Ora che l’ho fatto sopporterò con gioia la giusta sassaiola che subirò da Andrea e Laura. E’ stata una collaborazione breve, ma intensa.

Bando alle ciance e passiamo al racconto della strip di oggi, che tra l’altro va a toccare il più impegnativo degli argomenti. Non ci credete? Beh allora vuol dire che siete quella sparuta parte della popolazione che ha capito l’amore ed i suoi meccanismi. Paco, il nostro autore di oggi, è uno che invece ancora si interroga e, fedele allo storico monito “se non puoi capire qualcosa descrivilo”, ha deciso un bel giorno di pubblicare un web-comic dal titolo Paco & Bianca.

Celando la propria identità dietro un nome d’arte che lui stesso definisce “poco furbo” perché tra i più comuni al mondo, Paco si tuffa con un agile carpiato nella propria sfera personale, esibendo il carattere autobiografico della sua serie e coinvolgendovi direttamente la fidanzata. Una scelta coraggiosa e con risvolti evidenti sulla produzione della strip.

Ciò che sappiamo dei due protagonisti e delle persone a cui sono ispirati è quasi sempre frutto della lettura delle strisce e dei pochissimi cenni biografici che Paco segnala presentandosi al lettore. Lui è un informatico, studente in dirittura d’arrivo agli albori, dottore di ricerca oggi. Napoletano, miope, pigro, innamorato. Spesso convinto di essere un abile stratega dei rapporti di coppia. Spesso smentito dagli eventi.

Lei è una quasi psicologa, lunghi capelli neri, gran fiuto per le bugie. A caratterizzarla forse maggiormente una pazienza non proprio salomonica, oltre alla consueta astuzia femminile, puntualmente superiore e quasi sempre vincente su quella del compagno.

Paco & Bianca è questo: cioè nient’altro che Paco e Bianca. La serie è estremamente semplice nel suo concetto di base e non fa altro che illustrare la vita quotidiana dei due protagonisti. Quasi tutto il resto del mondo è bandito dal fumetto. Un po’ come gli adulti scompaiono dalle strisce dei Peanuts, così tutto ciò che è esterno alla coppia è invisibile ai nostri occhi. Sappiamo che esiste quando Paco telefona al proprio dispotico capo, o quando parla con sua mamma fuori campo, ma non ci è mai mostrato apertamente. Tutto ciò che accade di veramente importante, tutto ciò che davvero ci deve interessare, è il filo dei rapporti tra i nostri eroi innamorati.

Paco ci conduce per mano nella rete di piccoli eventi dall’importanza colossale che caratterizza la vita di ogni giovane coppia, tutti risolti nel tempo di una strip, tutti comuni a chi abbia avuto suo malgrado a che fare con l’amore e con l’altro sesso. Se il cliché è quello del litigio per futili motivi, non mancano momenti più pacati e addirittura scene apertamente romantiche, di quelle che strappano dei commossi “ooooh, che carini” anche ai più rudi taglialegna della Valcamonica.

A tenere insieme il tutto ci sono da un lato la vitale ironia e la verve comica di Paco, abile nel giocare con le contraddizioni ed i luoghi comuni sui due sessi, e dall’altro l’infinita grazia di cui ci dà prova su ogni argomento, ricordandoci a tratti lo sguardo aggraziato e sorridente di autori diversissimi da lui, come Frank Cho o Walt Kelly. Il fatto è che quando leggiamo Paco & Bianca è impossibile non avvertirne la componente autobiografica. Come in un vero e proprio blog, la strip prende la forma di un diario, cita eventi della vita reale dei protagonisti e ne è influenzata direttamente. Paco ci avverte di pause per la preparazione degli esami, interrompe la serie quando la vera Bianca, parte per studiare all’estero. Soprattutto, riversa nel fumetto tutta la cura che si ha per qualcosa o qualcuno a cui si tiene veramente, riuscendo spesso a comunicare questo sentimento anche al lettore, quasi costretto ad affezionarsi ai personaggi come ad una coppia di amici.

La semplicità aggraziata della narrazione è rispettata dalla veste grafica, asciutta ed essenziale, costante nel tempo, nonostante qualche aggiustamento nelle anatomie, improntate ad un super deformed a metà tra la scuola classica delle strip i manga giapponesi.

La serie, che trovate sul sito www.pacoebianca.it, non ha mai avuto l’onore di una raccolta in volume, ed è ahinoi attualmente interrotta al Dicembre del 2007. Sperando che i problemi tecnici che l’hanno costretta ai blocchi si risolvano presto, voi potete riascoltare la nostra puntata di oggi e quelle precedenti all’indirizzo ztrudel.blogspot.com.

Come sempre tenete d'occhio queste pagine e d'orecchio le frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Mi raccomando cuori infranti, leggete tante strip.


Ascolta la puntata :