martedì 18 novembre 2008

Bookmarks Puntata 27 - 25 Ottobre 2008



Cari amici di Bookmarks, più ci guardiamo attorno e meno riusciamo a capire. In questo mondo caotico si sono perduti i confini, le definizioni sono andate, tutti gli schemi sono saltati e la difesa alta impostata dal mister arretra, arretra e la squadra è lunga e disunita. E’ il postmoderno bellezza. I romanzi sono storici, ma anche gialli e un po’ di formazione. Il rock è alternativo o post-punk ed il pop se non è brit è trip. Non si capisce più nulla, ed ogni cosa è un po’ di questo, ma anche di quello, potrebbe essere una cosa, ma anche un’altra. E allora via con le domande senza risposta. Il fumetto è arte o letteratura? Strazzarolo al Monte è città o campagna? La Gelmini è un ministro o una sciagura? Ebbene, frutto di questo universo di ibridi è Megatokyo, la strip che andiamo a sfornarvi e servirvi quest’oggi.

Innanzitutto fateci dire che stiamo parlando di uno dei web-comic ad oggi più longevi in assoluto, sorto nel non sospetto 2000 per mano di Fred Gallagher e Rodney Caston, quando ancora la rete non pullulava di siti a fumetti. Il secondo dei due ha abbandonato il progetto dopo poco più di un anno e da allora è il solo Gallagher a reggerne le sorti. E vediamole un po’ queste sorti.

Megatokyo è la storia di due ragazzi statunitensi imbevuti di videogiochi fino alla punta dei capelli. Il primo è Piro, avatar fumettistico di Gallagher, timido sino al paradosso, aspirante disegnatore di manga ed appassionato cronico di dating-sim, giochi molto popolari nel Sol Levante in cui bisogna, sostanzialmente, convincere una procace adolescente ad accettare la vostra corte.
Sua perfetta controparte è Largo, folle disturbatore della quiete pubblica, giocatore maniacale di sparatutto, picchiaduro e videogiochi colmi di violenza ed aggressività. Estroverso, sfacciato, completamente disinibito, ma soprattutto socialmente pericoloso, vera e propria calamità naturale.

I due sognano di diventare sviluppatori di videogiochi, falliscono miseramente e finiscono quasi per sbaglio a Tokyo, mecca di tutti i videogiocari ed otaku. Senza soldi, senza lavoro, senza voglia di fare nulla se non ammazzarsi di joypad, occupano parassitariamente casa di un amico e si muovono confusi, ma entusiasti, nella metropoli giapponese.

Messa così, la storia puzza terribilmente di già sentita, spesso anche già raccontata dalle nostre voci. Non possono non tornare alla mente altre strip incentrate sui videogiochi, da PVP a ctrl+alt+del. Due amici videogiocari, tanti riferimenti ai must dell’universo videoludico. Beh, cara redazione di Bookmarks, potreste impegnarvi un po’ di più, che fantasia! Rallenta, scettico ascoltatore: ti abbiamo promesso un ibrido ed un ibrido avrai.

Il più evidente elemento dissonante di Megatokyo è di ordine grafico: nato durante l’invasione di massa del mercato dei comics americani da parte dei prodotti giapponesi, questo fumetto è ufficialmente un manga. Gallagher si appropria senza mezzi termini dello stile di disegno giapponese, fatta eccezione per la timida sopravvivenza, nei primi mesi della serie, della tipica griglia quadrata a quattro vignette di tante strip occidentali, che lascia però ben presto il campo ad una gestione orientale della tavola. Dei manga ritoviamo anche l’andamento continuo. In Megatokyo quasi non esistono tavole o vignette occasionali, e la continuity della vicenda ci accompagna regolare ed ininterrotta. Vicenda che si ispira alla grande tradizione degli shojo, i cosiddetti fumetti per ragazze, che annoverano tra le loro fila Sailor Moon e Video Girl Ai, tanto per citare i capostipiti.

Piro e Largo si muovono pertanto in una città popolata da un mezzo esercito di comprimari. Ci sono adolescenti invaghite e giovani ragazze in carriera, amici sfigati e vicini vestiti come gli eroi di tekken, affascinanti unità robotiche senzienti vendute come accessori per la playstation e persino una signorina alata, incaricata di fare da coscienza al giovane e sfortunato Piro.

Riassumendo: in questa serie troviamo il piglio comico statunitense da ironia videogiocara, una grafica manga da bolle di sapone, una trama complessa ed insolita, il tutto mescolato in una strana atmosfera a metà tra l’omaggio e la parodia. Sapete qual è il bello? Che tutto ciò, in qualche maniera funziona e alla grande. La lettura di Megatokyo è piacevole e divertente. Gallagher ha un umorismo efficace sia nella situazione che nella battuta, sceglie il tema della cultura giapponese otaku senza per questo escludere chi non è un esperto mangofilo e chi non passa la vita sulle consolle. Basta un’infarinatura per cogliere la maggior parte dei riferimenti a questi due mondi, e quand’anche andassero perduti rimangono godibilissime le peripezie dei due personaggi sballottati qua e là dagli eventi.

Quindi se vi piacciono i piatti misti dei ristoranti giapponesi, andate di corsa sul sito www.megatokyo.com oppure, attenzione, megatokyo.it dove troverete una traduzione italiana attenta e precisa fornita da volenterosi fan. Gli stessi che hanno collaborato con l’edizione dei due volumi usciti per i tipi di Free Books, che raccolgono la prima annata della serie, edita negli usa nei volumi della Dark Horse.

Conniciwa, amici ascoltatori. Noi torniamo sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Appuntamento a settimana prossima, dunque, e leggete tante strip.


Ascolta la puntata :






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