sabato 23 ottobre 2010

Bookmarks Puntata 68 - Diario di una schiappa


Allegria, amici ascoltatori del Garage Ermetico, siate felici, gioite, contentezza ed entusiasmo. Via quelle facce mogie mogie, è arrivato Bookmarks, con suo bastimento carico carico di web-strip. La settimana è stata dura? Il capo vi ha cazziato in ufficio? Gli esami vi perseguitano. Sorridete, il peggio è passato.

Il peggio è passato. Deve averlo detto, pensato, scritto anche l’autore della web-strip che vi raccontiamo oggi. Deve averlo detto più o meno alla fine dell’adolescenza, periodo difficile per tutti, buio ed oscuro per molti, ma per alcuni molto peggiore che per altri.

Un conto è infatti essere un adolescente tormentato ma affascinante, un piccolo intellettuale insonne alla ricerca di se stesso, insoddisfatto ma ammirato, o un ribelle scapestrato ma di successo. Un altro conto è essere una schiappa. Sì, una schiappa, uno come tanti, magari peggio di tanti. Uno che subisce le angherie dei più grandi, che non riesce mai in nulla, lo zimbello dei bulli della scuola. Li avete presente quei tipi? Con la loro vocina da femmina, che passa dai toni gravi a quelli acuti quando meno te lo aspetti, quei tipi esili e schivi o paffutelli ed inoppurtuni.

Li avete presenti eh? Io uno ce l’ho presente di sicuro, me lo ricordo. Chi era? Un amico. No uno che non conoscete, assolutamente. E un altro, ora che mi viene in mente, è Gregory Heffney, detto Greg, il protagonista della strip di oggi. Greg vive i suoi undici anni come un salto nel buio. Le medie non sono le elementari, neanche un po’. Nulla ha senso alle medie. Devi convivere, tu che sei ancora un bambino, con gente che si fa la barba tre volte al giorno. Improvvisamente quelli che hai attorno non ti somigliano più, non ti capiscono più, e se non stai attento ti menano pure.

E poi che diavolo è successo alle ragazze? Una volta se ne stavano per i fatti loro, nessuno le voleva o le considerava. Adesso invece tutti fanno a gara per essere popolari, per essere fighi, per essere ammirati. Peccato che per essere ammirati fino all’anno scorso bastava essere quello che corre più veloce di tutti. Ora devi avere soldi, un motrino, un taglio di capelli da idiota.

Greg non ha il motorino. Ha meno muscoli della ragazza più magra della classe, un padre che non lo lascia giocare alla playstation, un fratello più grande metallaro che lo tiranneggia e un madre invadente che lo mette in imbarazzo con i cuoi coetanei.
Ha un fratellino di tre anni che la passa liscia in situazioni che a lui costerebbero mesi di punizione, e i suoi hanno pure la pretesa che lui sioccupi di lui e che gli voglia bene. Dannato sgorbio lagnoso. E quanto ad amici non siamo messi tanto meglio. L’unico che ha è convinto che a undici anni sia normale andare ancora sul triciclo.

Greg non se la passerebbe nemmeno troppo male, se non fosse che in questa cosa delle medie c’è cascato pure lui, e invece di ignorare i ribelli, i bulli, i più grandi con i capelli nascosti sottro strati di gel e vivere la sua vita a ritmi normali, si è fatto prendere dal desiderio della notorietà e della popolarità. Non è un nerd orgoglioso di essere diverso, incapace di vedere il mondo con gli occhi degli altri. E’ uno che vorrebbe essere come gli altri ma non può e non riesce.

Diario di una schiappa, Diary of a wimpy kid in inglese, è la storia del povero Greg narrata dal bravissimo Jeff Kinney. Ironico, assurdo, estremamente intelligente e a volte assolutamente perfido nell’affrontare senza vergogne l’annoso argomento della sfiga adolescenziale. Bravo a mescolare nel suo protagonista elementi che ne fanno una vittima, uno dei buoni, e difetti sparsi che a volte lo rendono non esattamente un buon esempio, ma maledettamente divertente.

Con le sue pagine a righe, proprio come un diario, i testi lunghissimi, proprio come un diario, e pochi disegni senza balloon e senza battute, Diario di una schiappa non è una vera web-strip, più una sorta di lunghissimo racconto illustrato. Ma i suoi disegni infantili e stilizzati sono una componente così importante della comicità tenera e spietata di questo lavoro, che ho voluto fare un piccolo strappo alla regola di Bookmarks.

Correte a divertirvi con le disavventure del giovane Greg al sito www.funbrain.com dove trovate il link a Diary of a wimpy Kid nella sezione comics della hompage. In alternativa potere ordinare il primo dei volumetti di Diario di una schiappa, già successo pazzesco negli Stati Uniti ed ora tradotto anche da noi.

Recuperatelo di corsa ragazzi, perché Kinney è talmente bravo che ad Hollywood stanno già per trarre un film dai suoi racconti. Non vorrete rinunciare a fare gli informatoni coi vostri amici quando uscirà anche da noi?

Ci sentiamo settimana prossima e vi aspettiamo con le nostre puntate sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

State attenti ai teppisti di passaggio e leggete tante strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 67 - Sinfest


Simpaticissimi ascoltatori del Garage Ermetico, è un mondo di perdizione. La corruzione dilaga, i cantanti si drogano, i politici rubano e vanno con le prostitute del demonio. C’è chi dice che tutto ciò è male, sbagliato, guai a voi, non si fa. Noi di Bookmarks, di solito impegnati a proporvi divertenti web-strip direttamente dalla rete, abbiamo pensato che avremmo potuto fare qualcosa, salvare questo mondo dalla perdizione, redimerlo, riportarlo sulla buona strada. Solo che poi ci siamo imbattuti in Sinfest, cioè la strip di oggi. Mandate a letto i bambini che l’argomento si fa scottante ragazzi

Sinfest, per i non anglofoni, è una parola quasi intraducibile che vuol dire qualcosa tipo “grande mucchio di peccato”. Traduciamolo con “festa del peccato” anche se non è proprio così. Immaginate una situazione, un gruppo di persone, un luogo preciso in cui si commettono peccati a ripetizione, di ogni tipo, senza sosta. Ecco, quella è una Sinfest.

Non vi stupirà pertanto che Slick, il giovane protagonista, apra la primissima strip del fumetto vendendo la sua anima al diavolo, o meglio tentando di venderla. Slick infatti è un ragazzino convinto di essere un figo. Ma che un figo, uno strafigo. Una specie di sciupafemmine incallito, una macchina del sesso. In realtà, poveraccio, ha solo i modi, gli atteggiamenti e le pose del figo, con i suoi capelli in piedi e gli occhiali da sole che non toglie nemmeno a notte fonda. E’ un piccolo maniaco che fallisce miseramente la sua caccia ogni volta che punta un esemplare dell’altro sesso.

E sì che non dovrebbe essere troppo difficile, visto che da anni sta puntando soprattutto Monique, una vera e propria bomba sexy, disinvolta, disinibita, disponibile, insomma proprio un bel migno…un bel pezzo di…una ragazza moderna ed emancipata ecco, che ama intrattenersi ora con questo, ora con quello, ora con quell’altro con quel rigonfiamento nei pantaloni, ma mai con il povero Slick, che però si diverte ad illudere e torturare, lasciandolo con un bel palmo di…ehm…naso. Diciamo Naso.

Ecco qui il nucleo attorno a cui ruota Sinfest, longeva strip iniziata ormai nel lontanissimo 2000 e a tutt’oggi scritta e disegnata dal notevole Tatsuya Ishida, americano autore dalle origini chiaramente giapponesi. Talmente giapponesi che Sinfest risente in qualche maniera del tratto manga, anche se lo stile grafico del fumetto è un ottimo miscuglio di spunti ed influenze diverse, tutte messe insieme nei canoni della strip classica. Nella sua evoluzione costante, rimangono riconoscibilissime molte citazioni: dall’aspetto di Slick che, soprattutto nelle prime strisce, ricorda da vicino il Calvin di Bill Watterson, agli echi del Bone di Jeff Smith e del Pogo di Walt Kelly.

Ma Sinfest è soprattutto una delle strip più spregiudicate in cui possiate incappare. Con il suo umorismo tagliente infatti, Ishida parla di sesso, di droga, di pornografia, con un coraggio e con una mancanza di pudore davvero ammirevoli. Una strip assolutamente adulta, dai toni divertiti e comici, ma riservati ad un pubblico maturo e consapevole.

Tant’è che, con la sua voglia di prendersi gioco dei temi più seri e di abbattere ogni tabù, Ishida scherza con spietata ironia anche sui temi della religione. Dio infatti appare dalle nuvole come una mano gigante, appartenente ad un bambino capriccioso che vuole essere riverito e che si rida alle sue battute da simpaticone onnipotente. Il suo passatempo preferito però è prendere in giro il diavolo, e trattarlo come un bullo di quartiere tratterebbe uno sfortunato secchione di passaggio.

Sinfest è sexy, divertente, graficamente perfetta, vivamente polemica e viene aggiornata quotidianamente sul sito www.sinfest.net. Una lettura raccomandatissima, come raccomandatissima è la prossima puntata di Bookmarks, sempre sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Vi aspettiamo settimana prossima, accaniti sciupafemmine. Nel frattempo leggete tante strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 66 - I Baffi


E’ giunto anche questa settimana il momento di Bookmarks, amici del Garage Ermetico, i cinque minuti di radio che stimolano lo spirito ed il corpo con tante proposte di lettura di fumetti online tutti lì per voi direttamente a casa vostra, grazie alla magia del world wide web.

Quest’oggi vi voglio raccontare una storia, una storia di amicizia, di fiducia, di onore, di coraggio. Un giorno venne un giorno in cui forze malvage minacciavano la terra. Il pianeta sembrava perduto. La cultura, il buon senso, l’intelligenza, l’onestà, l’ironia e la comicità sembravano perdute per sempre. Avidità, disonestà, idiozia, sussiego e supponenza li avevano sconfitti su tutti i campi comunicativi. In tv, sui giornali, e soprattutto alla radio in un programma di nome Bookmarks, regnava la volgarità imbecille dell’informazione servile, ovunque si dipingeva una società altezzosa ed ottusa.

Ma un piccolo gruppo di artisti si sollevò contro lo squallore, si unì compatto per salvarci dal pessimo umorismo da cinepanettoni, dagli stili di vita insensati e stupidi, dalla visione univoca del mondo e dall’accettazione passiva di una realtà prefabbricata. Alzarono la testa e ci chiamarono a resistere, ad usare il cervello, e a ridere di gusto. Loro erano I baffi!

E insomma, abbandonando questa introduzione epica e tornando coi piedi per terra, eccoci qua. I baffi: progetto di blog a fumetti comunitario, che riunisce cinque interessantissimi autori, come ho detto, accomunati da un umorismo intelligente e mai banale, a cui piace scoperchiare le realtà convenzionali. Ognuno con un suo progetto, ognuno con un suo stile, ognuno con i suoi propri posto, proposti senza soluzione di continuità e senza vincoli di turno o di tempo.

E a proposito di sguardi inusuali sul mondo, chi meglio del baffo Tuono Pettinato, mitologico personaggio che bazzica da anni l’ambiente del fumetto indipendente italiano? Forse nessuno, visto che il suo contributo è il surreale Viaggio in Italia, che, sulle orme del mitico poeta inglese Byron, ci presenta paesaggi e situazioni comiche ai limiti del plausibile? Cultura altissima e riferimenti letterari affiancano giochi di parole idioti e battute fulminanti. In pratica un entusiasmante acido.

All’inseguimento dell’umorismo allucinogeno di Tuono pettinato c’è l’amara e pungente satira politica, ma non solo Di Alessio Spataro e Lucio Villani. Due che non le mandano di certo a dire a nessuno, con il loro stile spesso grottesco a sottolineare testi sempre sferzanti sui temi scottanti della cronaca e della politica. Gustosissimi le caricature ricorrenti del ministro Meloni, opera del buon Spataro, e gli angelus politicamente scorretto del Benedetto Sedicesimo di Villani.

E se i potenti d’Italia e del mondo devono guardarsi dalle vignette di questi due satiri incalliti, un’altra coppia si diverte a ridicolizzare un’intera categoria umana. Le due signorine dei Baffi (che hanno due donne tra le loro fila proprio come i Power Rangers) sono Valentina Pettinelli, abile sceneggiatrice, e Federica Del Proposto, la Marjane Satrapi Italiana, alle matite. Con uno stile pop dai perfetti toni rosa confetto, Barby Suv è infatti il divertito, ma spietato ritratto della ragazza svampita e alla moda molto più preoccupata della messa in piega che ha sulla testa di quello che c’è dentro. Menefreghista, egoista, lunga di balle e corta di vista, passeggia sul mondo tanto carina quanto inutile, bersaglio delle risate delle nostre baffe.

Che dire d’altro, se non che la base segreta dei baffi, casa comune di questi cinque fumettisti mai banali, sempre stimolanti e divertenti e tutti in qualche modo diversi dal solito, inusuali ed estremamente originali, la potete visitare al sito ibaffi.blogspot.com, per un bel tuffo nell’umorismo intelligente.

Si sa però che anche l’intelligenza viene a noia, prima o poi, quindi, per fare pausa, vi aspettiamo tra una settimana con la nostra imbecillità intatta sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Nel frattempo, ascoltatori coi baffi, lggete tante strip.


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venerdì 22 ottobre 2010

Bookmarks Puntata 65 - Nadir


Incensurati ascoltatori del Garage Ermetico, buon anno a tutti voi. Lo so, il ritardo è tanto, siamo stati via una vita, ma non temete. Se in questi due mesi di assenza non avete fatto altro che chiedervi cosa stessimo facendo noi della redazione di Bookmarks, beh complimenti…non avevate proprio niente da fare.

Noi invece no: iperattivi come un pezzo di kriptonite in una scatola di kriptonite dentro un baule di kriptonite abbiamo passato le feste a cercare nuove fantastiche proposte per voi, preziosi amici, e riempire ancora una volta le vostre vite di splendide web-strip. E la misura del nostro impegno, la dimostrazione del nostro amore per voi è tutta qui, nella strip con cui inauguriamo il 2010.

Sapete cos’è il Nadir? E’ l'intersezione della verticale, passante per l'osservatore e relativa a un determinato luogo di osservazione, con la sfera celeste non visibile dall'osservatore. Punto agli antipodi dello Zenit e rappresentante del sud assoluto. Capito? No? Nemmeno io. Però intuitivamente vi so dire che è un punto nel cielo esattamente sotto di voi. Quello sopra la vostra testa è lo zenit, quello sotto le vostre chiappe è il nadir.

Ecco la strip di oggi si chiama proprio così: Nadir. E si chiama Nadir perché…perché… non lo so il perché. Dovremmo chiederlo a Grillo, il suo autore, che si fa chiamare così perché…perché….non lo so perché, non lo dice nella splendida pagina che ospita, dalla fine del 2008 i suoi lavori. Solo che chiedere qualcosa a Grillo rischia di essere un’esperienza un po’ particolare: se anche ci rispondesse forse non capiremmo quello che ha detto. E comunque per capirlo dovremmo perdere molto tempo a parafrasare quello che dice. Operazione difficile se intanto stai ridendo a crepapelle.

Questo marasma di informazioni sparse merita un po’ d’ordine e adesso ci arriviamo, tornando da capo. Nadir. La strip racconta le quotidiane gesta di Mr. Ripkis, un papero intellettuale e snob che conduce un programma alla radio, tra disavventure personali e ospiti imbecilli. Ripkis è sveglio e sarcastico, ama smascherare l’ipocrisia e l’idiozia armato di superiore e spietata intelligenza.

Comprimario della serie è il burattino-robot, snodato e dinoccolato automa che vive in mezzo a noi. Non ha un nome, ma sembra un burattino-robot, quindi io lo chiamo burattino-robot. Lui non ha un’identità precisa. Ogni tanto è un postino, altrove un impiegato, alcuni dicono un supereroe. L’unica certezza è che è un idiota e quando non è un idiota a a che fare con degli idioti più idioti di lui. Povero burattino robot con la testa tonda.

E’ una serie di strip d’occasione, di gag fulminanti, di incontri momentanei fra imbecilli dalla lingua lunga e tagliente. Nadir. Che ridere che fa Nadir. Perché Grillo è un mago della penna e del pennello, amici, uno che vi stupisce per quanto è bravo e quante frecce ha al proprio arco. Passa dal nonsense al gioco di parole, dalla comicità da equivoci alla satira, con le occasionali vignette su di un certo presidente basso e pelato dall’aria familiare. Il bello è che queste cose spesso le trovate tutte insieme in un sola strip di tre o quattro vignette. Grandi poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale.

Semplice ed efficace il tratto, spesso, deciso e pulito, a supporto di un’immaginazione libera che più libera non si può, che dipinge un mondo pupazzoso e allucinato dalle atmosfere surreali come le battute di Ripkis e di Grillo.

Nadir è una web-strip che va letta tutta, persino nei commenti, perché Grillo non manca di farci ridere pure lì. Ve l’ho detto che è u mago della penna, e come corteggia la cazzata lui, lo fanno in pochi. Risposte assurdamente complicate, linguisticamente ingarbugliate, concettualmente inusuali che meriterebbero da sole un salto sul sito shockdom.com/open/grillo, dove trovate quel gioiellino di Nadir ed il suo folle autore.
Navigatelo tutto. Ci metterete poco, perché l’unico difetto di Nadir è che viene aggiornato raramente, quindi unitevi al coro dei fans e reclamate a gran voce nuove strip dal geniale Grillo.

Noi saremo ad aspettarvi ssia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

A settimana prossima ragazzi. Leggete tante strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 64 - Hamleto il criceto


Stabilmente adorabili ascoltatori del Garage Ermetico, le feste stanno arrivando, con le strenne e le renne, la lieve neve e il Bianco Natal. Se siete di quelli che in questi periodi dell’anno si rattristano, per voi c’è qui Bookmarks, che senz’altro vi rallegrerà con una nuovissima web-strip sotto l’albero. E se invece siete di quelli entusiasti e tutti felici e contenti tra berretti di velluto rosso e carta da regali, per voi qui c’è Bookmarks, che non è che se siete contenti vi tira una martellata sull’alluce, per dire. E un bel fumettino da scoprire non vi fa male di certo.

Ooooh, eccoci, che siccome è un periodo di buoni sentimenti, di cosine carine, di tenerezza, sono andato a caccia di tutte queste cose e ho trovato dei criceti. Dei piiiicoli teneri criceti pelosi, dei batuffolini di peliccia variopinta, bellini loro, con gli occhietti stretti, le orecchie piccine, i dentini affilati come rasoi. Bellini questi cricetini che ho trovato sul blog della signorina Valentina Sgaggero, in arte Tyn con la ipsilon.

Mi ricordano qualcosa, qualcosa di simile già intravisto altrove, più colorato, più in movimento. Mi ricordano un cartone animato. Eh sì, somigliano un po’ ai cricetini di Hamtaro: quell’anime pieno di nastrini colorati, di bestioline che si vogliono bene, di padroncini affettuosi, di avventure con l’happy end alla fine che proprio ti sbrodoli di miele tutte le volte. Hamtaro. Lo stesso anime che viene citato all’inizio della web-strip, che infatti comincia con l’entusiasta Alice, una brava bambina che, dopo aver visto una puntata del cartone giapponese di cui sopra, entusiasta decide di comprare un criceto.

E nella sua casa appare così Hamleto, con l’acca. Alice voleva Hamtaro (anche lui con l’acca) e invece si trova con Hamleto. Beh, un criceto vale l’altro, penserete voi ingenui ascoltatori. Devo smentirvi: le differenze tra i due infatti sono evidenti e decisive. Hamtaro è bravo, gentile, buono, avventuroso, Hamleto ha la lingua più biforcuta di una serpe, ha un sarcasmo feroce, non ha voglia di far niente se non godersi la vita.

I suoi amici sono suoi simili, di volta in volta vittime o complici della sua pigrizia e della sua ironia. Vegono a trovarlo ogni tanto topini come Orazio, che vorrebbe recitare la parte dell’amico saggio e pacifico, Ofelia, fidanzatina di Hamleto probabilmente un po’ troppo buona per lui e che infatti lo perdona infallibilmente, e Laerte, il cui entusiasmo giovanile viene a volte alimentato, a volte bruscamente disilluso dal nostro piccolo antieroe.

Da questa semplice premessa si sviluppa la graziosa parodia di Hamleto il Criceto. Un fumettino carino, semplice semplice, divertente e piacevolmente vagato. Con il suo senso dell’umorismo mai troppo sopra le righe, ci regala sorrisi sicuri e veloci, grazie anche all’efficacia della veste grafica che fornisce la signorina Sgaggero.

Tyn non è certo una disegnatrice spettacolare. I suoi cricetini sono stilizzati e vettorializzati, copincollati su uno sfondo quasi inesistente e con ben poche varianti nell’espressione. Insomma, buon risultato con il minimo sforzo, per un web-comic con tutti i crismi di un manga comico super-deformed, una grazia molto femminile che lo rende un prodotto decisamente orientato alle ragazze, con le sue tre vignette fisse, voglia d divertirsi e tati piccoli criceti ovunque.

Signorine e anche signorini abbastanza cresciuti da non schifare la cosa con un semplice “tzè, roba da femmine”, andate se volete a trovare Valentina ed Hamleto all’indirizzo hamletoilcriceto.blogspot.com. Poi, durante queste vacanze di Natale in cui noi di Bookmarks facciamo pausa (la redazione va tutta insieme in vacanza alle Barbados) ricordatevi di ascoltarci sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Buon Natale, buon anno e buon leggete tante strip.



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Bookmarks Puntata 63 - A come Ignoranza


Stimolanti amici del Garage Ermetico, questa puntata di Bookmarks dovrebbe essere vietata ai minori, alle suore, ai soffritti impanati e ai fan di Camila Raznovich. Eh sì, perché nella nostra ormai triennale carriera di divertiti recensori di web-strip, mai ci eravamo imbattuti in un autore così spregiudicato, così duro puro e muro e così al sapor di tamarindo.

Un autore che sicuramente non mancherà di dividere, ma che anche con le moltiplicazioni non se la cava male, visto che negli anni il suo seguito è sempre andato aumentando, fino a tirargli addosso le attenzioni dell’editoria cartacea. Blogger della prima, se non della primissima ora, pioniere del fumetto disegnato alla cacchio, profeta della malvagità da risata incontenibile, sto parlando di Daw, al secolo Davide Berardi.

Daw fu il virus dell’anno duemilaquattro, quando un’incalcolabile quantità di miei amici mi dicevano “ehi, ma gli hai mai letti i fumetti di A, come ignoranza? Fanno sbellicare dalle risa. Ha ha ha”. Io non li avevo mai letti i fumetti di A, come ignoranza, che, se non s’è capito, è il titolo sotto cui si raccoglie tutto intero l’universo fumettisti co di Daw. Curioso come pochi ci sono poi andato sul blog di A, come ignoranza, e ci ho trovato una serie di lavori tutti molto, ma molto divertenti. C’era P.i., che sta per Persona Inutile, protagonista di una storia che lo ignorava, perché lui tanto è inutile, non come quel figo di Sbranzo, il suo amico immaginario. C’era la famiglia Dodio, gente perbene che tenta di uccidersi a colazione pranzo e cena, ma nel rispetto dei valori della famiglia. C’era Brullonulla, che detiene il dottorato e pertanto ha dei poteri così sovrannaturali che levati e fa la guerra allo stato di San Marino.

E c’era un sacco di altra gente che faceva davvero ridere fino alle lacrime. Ma soprattutto c’era un disegno in bianco e nero approssimativo e caciarone di quelli da fumetto dei banchi di scuola. Niente di ricercato o di artistico con la a maiuscola, ma con dentro un talento evidente per la resa delle espressioni caricaturali, per il dinamismo delle scene, per la gestione della tavola. Roba che si vedeva anche sotto le linee tirate così come viene. Soprattutto c’era un’inventiva non comune e un’immaginazione libera.

Immaginazione libera che non stava solo nel disegno, ma anche nei testi e nei temi. Di una libertà che non si fa scrupoli ad essere stronza, sgradevole, a divertirsi con il politicamente scorretto. Quella libertà un po’ esibita di chi, da un lato ha solo voglia di chiamare le cose col loro nome, basta ipocrisie per favore, e dall’altro vuole divertirsi con tutto, dirlo alla gente che si può ridere di qualunque cosa. Si può ridere dell’aborto, si può ridere di Dio, si può ridere della crudeltà, si può ridere degli sfigati, si può ridere del rispetto. Di tutto.

Irriverente, tagliente come pochi, Daw scrive e disegna le sue storie con un ritmo incalzante di battute fulminanti ed inaspettate. E’ inventivo, senza controllo, imprevedibile. Sì, anche volgare, embè? Adesso lo sapete, siete stati avvisati. Daw insomma è un figo, e qualcuno se ne accorge. Infatti gli arrivano proposte di dare alle stampe i suoi lavori, di rimettere a posto il disegno, renderlo un po’ più preciso e raffinato, e poi via, che pubblichiamo. E lui salta sul carro che lo porterà all’uscita dei quattro volumi quattro finora realizzati da Proglo Edizioni, o Prospettiva Globale edizioni, se preferite. Lavori nuovi e lavori vecchi che, diamine, ormai non trovate più nella rete, ma solo su carta.

Ma non disperate, web-stripparoli, perché Daw non ha scordato le sue radici da bloggher fumettista, e sul suo sito www.dawful.com sta pubblicando delle nuove serie brevi, delle strip autoconclusive con lo stesso spirito sarcastico e paradossalmente malefico di sempre. Quindi via, a scoprire quanto è cattivo il Malvagio Dottore, che è malvagio ed è un dottore; a seguire le avventure allucinate del misterioso papero del giappone, samurai per mancanza di voglia di fare altro.

E in generale via, a farsi prendere per il culo da Daw, che non ha mai limitato la sua libertà creativa e pubblica sempre qualcosa di divertente, che sia una vignetta estemporanea o un finto strillone per i fumetti di A, come Ignoranza. Sempre con il gusto per quel che è sbagliato, scorretto, assurdo, fuori posto. E via ridendo di brutto.

Vi ripeto il sito: www.dawful.com con una sola elle. Peccato per l’aggiornamento incostante, ma viva la lucida follia di Daw.

E viva anche Bookmarks, che anche questa settimana vi ha consigliato l’ennesima web-strip e che vi lascia in dote le sue vecchie puntate da ascoltare sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Appuntamento alla prossima edizione del Garage Ermetico, amici. Leggete tante strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 62 - The Cide


Buongiorno, buongiorno, buongiorno amiche ed amici del Garage Ermetico. Questo è Bookmarks, io sono Claudio, e non ci saranno fuori onda durante questa trasmissione. Un po’ perché non c’è il tempo materiale, un po’ perché ho troppo da fare per causare di punto in bianco un’interrogazione parlamentare sul colore delle mie mutande e un po’ perché l’unica immunità che potrei mai pretendere è quella dall’eleganza e dalla serietà.

Quindi pronti-via che ci tuffiamo a capofitto nella strip di oggi, che, sarà meglio dirlo subito, non è una strip. I suoi autori ci tengono a farci sapere che The Cide non è un fumetto. Perché mai parlarne dentro Bookmarks, allora? Beh, perché in realtà è anche un fumetto, è una cosa un po’ strana, molto particolare, sicuramente interessante. Perciò sarà meglio mettere un po’ d’ordine e fare chiarezza.

Incominciando dal titolo. The Cide. The, articolo determinativo inglese e Cide, scritto c i d e. Sostantivo inesistente, ma evocativo. Letto insieme infatti The Cide suona come il verbo to decide, decidere, e la storia in questione ha molto a che vedere con decisioni difficili, e Cide tra l’altro suona anche come la parola inglese che significa lato, parte, schieramento. Oppure potrebbe rappresentare la parte finale dei termini homicide, suicide, cioè omicidio e suicidio. Decisamente in tema, visto che si tratta di un noir atipico nella forma quanto nel contenuto.

Vediamo un po’ la storia. Kevin Grace è un fotografo free lance che ama il suo lavoro almeno quanto lo odia. Si occupa di nera, ma è svogliato, senza passione, ed in generale ha la sensazione che qualcosa nella sua vita non vada. Questo senso di vuoto è riempito in parte dalla presenza della sua splendida donna Verity, che sembra amarlo incondizionatamente, e del suo amico Leonard. Personaggio curioso Leonard, con qualche frequentazione nella malavita. E Kevin ci si è trovato in mezzo suo malgrado, nelle storie strane e a volte pericolose del suo amico.

E’ una vita sul filo del rasoio quella di Kevin, in attesa di qualcosa di indefinito che lo renda completo, un’esistenza disordinata, in bilico tra rassegnazione e bisogno di emozioni, tra la normalità e la clandestinità. Un giorno come tanti altri, immerso nelle solite paranoie, Kevin ha una strana esperienza con una delle sue foto: una polaroid che sta per schiarirsi gli sfugge dal finestrino dell’auto, persa per sempre sulla strada. Kevin ha la sensazione di aver perso qualcosa di importante, forse ha riconosciuto qualcosa in quell’immagine, scattata poco prima sulla scena di un delitto.

E poi la notte arrivano i sogni, gli incubi. Incubi di morte, ma chi è la vittima? Gli pare di riconoscerla, ma il ricordo svanisce alla mattina, almeno fino a quando quel segno si rivela una sinistra premonizione. La riconosce adesso Kevin la persona che ha sognato, ed è la vittima di un omicidio. Da qui prende le mosse una vicenda dalle atmosfere tanto oniriche ed allucinate quanto metropolitane e concrete, una corsa verso la verità che mescola esoterismo e crimini comuni, sette segrete ed organizzazioni criminali. Riuscirà Kevin Grace a scoprire il segreto della sua identità?

Non lo so. Voi lo sapete? No, non lo sapete nemmeno voi,a meno che non siate quelli dello studio Videns Pictures, che ha confezionato i quattro lunghi episodi sinora pubblicati sul sito www.thecide.com, con i testi di Cristiano Malacrino e di Daniele Beretta, che è anche…non so…l’impaginatore, il regista, il grafico di questo progetto.

Come vi ho detto in apertura infatti gli autori dello studio Videns ci avvisano che The Cide non è un comic, ma un comic 2.0. Definirlo un fotoromanzo sarebbe riduttivo, anche se è di foto che stiamo parlando, fotografie impaginate e montate in griglia come un fumetto, ma alterate in maniera magistrale, animate in mille particolari. Un comic 2.0 è il fotoromanzo del nuovo millennio, figlio di photoshop e nipote della rete, che si legge sfogliando le su pagine telematiche accompagnati dai rumori di quel che accade sulla pagina, da una colonna sonora studiata ed evocativa, dalle animazioni ed elaborazioni grafiche che creano atmosfera, mettono dinamismo nella staticità dell’immagine.

Un’esperienza di lettura curiosa quella di The Cide, progetto ambiziosissimo realizzato direttamente dai suoi creatori che sono anche gli attori di questo fumetto, film fotostory (Kevin è infatti interpretato dallo stesso Daniele Beretta, Grafico dello studio).

Correte a farvi un’idea di quello che questi professionisti dell’immagine stanno creando per voi, perché davver qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo e sicuramente di coraggioso, quindi direi proprio che merita la nostra curiosità e, se ci piace il nostro sostegno. Il sito, ve lo ripeto, è www.the cide.com. Mi raccomando

Così come vi raccomando di continuare a seguire Bookmarks sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Anche per oggi è tutto e il saluto è quello consueto: leggete tante strip!


Enciclopedici come non mai torniamo
Ascolta la puntata :

lunedì 18 ottobre 2010

Bookmarks Puntata 61 - Force Monkeys


Ascoltatori del Garage Ermetico cccch chow… Io sono vostro padre.
Benvenuti a Bookmarks, amici ed amiche, e perdonate l’introduzione terrificante. Quel tizio col casco proprio non so chi l’abbia fatto entrare. Sicurezza, se pre favore lo accompagnate fuori dalla redazione…quando avete finito di far finta di soffocare…grazie. Ben gentili.
Non è che solo perché oggi parliamo di una strip in qualche modo ispirata all’universo di Guerre Stellari, allora dobbiamo far entrare qualunque idiota in sala registrazione. Non vi basta il conduttore eh?

Dunque dunque, cari ascoltatori, perdonatemi il siparietto ed andiamo a cominciare. Force Monkeys, questo il titolo del fumetto di oggi. E già è un titolo che va spiegato a chi non conosce lo slang americano. Force Monkeys, ovvero scimmie della forza. Una scimmia, infatti, per gli americani è un fanatico, agli appassionato perso, di quelli che dalle mie parti si dice appunto che hanno la scimmia per qualcosa, cioè si sono fatti fregare da qualcosa di veramente figo.

C’è chi ha la scimmia per il bungee jumping e chi ce l’ha per i social network. Chi ce l’ha per la ceretta a secco e chi per i romanzi di Paulo Cohelo da Silva do Santos Almeyda Borracho. Se la scimmia ce l’hai per Guerre Stellari e per la Forza, diventi una Force Monkey.

Protagonisti della serie sono Sam e Sean e sono una curiosa coppia di coinquilini. Sam è quello buono. Capelli castani, sempre sorridente, sempre allegro e candidamente idiota. Sean invece è malvagio, perfido, coi suoi abiti sempre neri le battute sarcastiche e soprattutto la mania di mettere in imbarazzo Sam ed umiliarlo ad ogni buona occasione. In pratica la loro vita funziona così: si svegliano la mattina e non fanno altro che giocare ad ogni tipo di videogame, consolle o pc non importa, nutrire il loro lato nerd con film, serie e fumetti, e litigare per i più futili motivi.

Un piccolo particolare che solo ora mi accorgo di aver omesso: anche se non bazzicano spesso i porti interstellari e per lo più rimangono chiusi nel loro appartamento o bighellonano per il quartiere, Sam è un cavaliere Jedi e Sean è un Sith, la controparte malvagia degli eroi di Guerre Stellari. Pensate che sia una mascherata, che l’abito non faccia il monaco? Beh, spiegatelo a Sean che, con quella sua carnagione rosso carminio e nero di seppia, sembra il fratello minore di Darth Maul. Inoltre in giro per casa loro è pieno di Wookie pelosi identici fra loro, nanetti incappucciati fumatori di sigaro e prosciutti senzienti e mediamente folli, che non c’entreranno nulla con Guerre Stellari, ma certo contribuiscono a rendere plausibile praticamente qualunque cosa.

Anche se c’è da dire che di cosa sia o meno plausibile, gli autori di Force Monkeys non si sono mai preoccupati troppo. L’autore Sean Simpson e l’artista Sam Shapiro (avete notato…stessi nomi dei personaggi) sfruttano la situazione di partenza, già di per sé abbastanza assurda, per costruire una serie di strip d’occasione totalmente fuse di testa. Che siano protagonisti di una lite sull’ultimo videogame sensazionale o di un battibecco sulla colazione ideale per un discepolo della Forza, Sam e Sean sono sempre vittime del reciproco folle senso dell’umorismo. Amanti dei giochi di parole della comicità tagliente, spesso si lasciano andare ad un nonsense ai limiti dell’incomprensibile, ma spesso assolutamente dirompente e divertente.

Grazie allo stile anticonformista di Sean Simpson, Force Monkeys, serie ormai conclusa da tempo realizzata nell’annata 2002\2003, non è quindi soltanto l’ennesima striscia di argomento nerd, ma un piccolo esempio di comicità assolutamente libera, di flusso di coscienza umoristico e di totale, completa idiozia. Shapiro, dal canto suo, è visivamente molo efficace. Non certo un artista completo né maturo ai tempi, ma le espressioni annoiate ed i volti sempre un po’ allucinati dei suoi protagonsti sono un bell’accompagnamento alle battute folli del suo socio.

Una strip semplice, divertente, forse un po’ incostante nei risultati e per lettori di bocca buona, ma che, sono sicuro, soddisferà chi riuscirà a darle un po’ di fiducia e a scovare le sorprese che nasconde.

Force Monkeys la trovate all’indirizzo archive.gamespy.com/comics/forcemonkeys.
Correte a salvare la Repubblica, cavalieri Jedi, leggendo questo spassoso fumetto e poi tornate ad ascoltarci spada laser in pugno, settimana prossima sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Voi mi avete deluso per l’ultima volta ccccch chow, cedete al lato oscuro e leggete tante strip


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 60 - Nodwick


Amici e amiche del Garage Ermetico, non mi dimetto. No no, non mi dimetto perché qui alla redazione di Bookmarks nonostante tutto siamo compatti e coesi come un puré in fiocchi fatto come meno acqua di quanta ne usereste per battezzare uno scarafaggio.
E basta con queste accuse e voci di divisioni, di spaccature a metà, di grandi dibattiti. Siamo o non siamo in democrazia? Come? Non siete sicuri della risposta? Scusate, colpa mia, domanda stupida.

Mi umilio, mi prostro di fronte a voi, mi faccio vostro servo, proprio come il protagonista della strip che ho deciso (democraticamente) di raccontarvi quest’oggi. Vi siete mai chiesti, nelle mille avventure di ambientazione fantasy che avete letto o che avete giocato in videogiochi, librigame o giochi di ruolo, tutti quei magnifici splendidi tesori custoditi da draghi, tutti quei forzieri di monete e di preziosi che premiano gli sforzi dei coraggiosi eroi, come vengano trasportati?

Insomma, il valoroso guerriero uccide il malvagio stregone della grotta puzzona e si ritrova con più oro di Zio Paperone. Potrà divertirsi a nuotarci dentro per un po’, ma prima o poi vorrà anche sprenderlo, o portarselo a casa. Come fa? Fa seimila viaggi con lo zaino? Usa un’applicazione dell’I-phone? Ebbene, voi non lo sapete, perché questa verità è stata taciuta per secoli e secoli, ma esiste, dispersa per un po’ tutti i fantastici universi medievali, un’agenzia di esseri dalla forza sovrumana, addestrati apposta per compiere queste delicate missioni di trasporto.

Hanno una bassa statura a causa degli immani pesi che sono costretti a sopportate, un naso di dimensioni enormi che, secondo alcune teorie, serve a mantenerli in equilibrio bilanciando i loro carichi surreali, e soprattutto sono servizievoli e proni a qualunque desiderio degli avventurieri che li affittano. Questi muli umani dalle incredibili capacità di trasporto e dall’autostima pressoché inesistente sono chiamati Portatori e proprio uno di loro è il protagonista di Nodwick, la strip di oggi.

Nodwick, elmo sempre in testa e schiena sempre curva, viaggia da molto tempo con tre stralunati eroi, trascinandosi dietro incessantemente il loro voluminoso equipaggiamento e seguendoli nelle loro pericolose avventure. Cacciatori di tesori e di guai, i suoi padroni sono Yaegar, voluminoso e temerario guerriero con il cervello troppo piccolo perché vi alberghino la paura o la prudenza, Artax, potente mago dalla memoria infallibile, ma incosciente come un dodicenne su un motorino, e Piffany, dolce e gentile curatrice occhialuta, decisamente troppo buona e un po’ tonta, che si lascia raggirare ogni volta dai due mascalzoni di cui sopra.

Diciamo che il lavoro di Nodwick quindi non è esattamente dei più confortevoli ed appaganti. Non solo ha a che fare con dei completi idioti che rischiano l’osso del collo tutte le volte, ma con degli approfittatori belli e buoni, che gli richiedono prestazioni…diciamo non comprese nei termini del contratto. Nodwick è un portatore, dovrebbe portare roba santa pazienza, non essere usato di volta in volta come diversivo, esca per i mostri più pericolosi, cavia per far scattare mortali trappole e chi ne ha più ne metta. Ingrato destino, quello di chi non sarà ricordato nelle ballate e nei romanzi epici.

Nodwick muore, soffre, patisce ogni sorta di disgrazia al posto dei suoi datori di lavoro. E solo il talento e le poco ortodosse cure di Piffany riescono a mantenerlo o a riportarlo in vita ad ogni catastrofe. Per tutta risposta, il nostro sfigatissimo eroe si è messo il cuore in pace, ha sviluppato un convinto pessimismo cosmico ed un sarcasmo autoironico che in qualche modo gli permettono di tirare avanti e che rendono ancora più comiche le sue costanti disavventure.

Opera dell’autore Aaron Williams, Nodwick è una delle serie web di maggior successo negli stati uniti. Compare dal 2000 sul magazine “Dragon”, mitica rivista bibbia dei giocatori di ruolo, e sul sito nodwick.humor.gamespy.com. Williams è un illustratore dallo stile pulito e semplice, gradevole e mai eccessivo, forse addirittura troppo misurato, anche nell’umorismo. Insomma Aaron, ogni tanto va bene anche andare sopra le righe, strappare risate di pancia invece che sorrisi compiaciuti per la sottigliezza della battuta tagliente e sarcastica. In più Nodwick è una serie felicemente basata su una ferrea continuity, quindi ci trovate sia un’avventura avvincente, che della sana comicità alle spalle di un povero disgraziato. Un bel cocktail che accontenterà i palati di molti.

In chiusura vi segnalo che Williams ed il suo sfortunato portatore sono apparsi anche in volume qui in Italia, tradotti ed editi da Shinvision nei libri Nodwick – Il signore dei fardelli e Nodwick – Siamo uomini o portatori? Cercateli, leggeteli, rideteli e poi tornate sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

In bocca al lupo con la vostra cervicale, ragazzi. Leggete tante strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 59 - Viola e il Diavolo


Splendenti ascoltatori del Garage Ermetico, benvenuti ad una nuova puntata di Bookmarks, la trasmissione radiofonica del fumetto online, delle strisce sul web, delle risorgive solforose e del toporagno in salsa rosa. Che eclettismo, quante identità nella redazione di Bookmarks, quanti mal di pancia dopo pranzo, e quanti argomenti che si possono toccare parlando di fumetto.

Ci avevate mai pensato? Nelle nostre recensioni abbiamo toccato una marea di temi, per davvero: il disagio giovanile, il metafumetto, la politica, il rapporto tra uomo e animale, la filosofia, i videogiochi, la comicità come forma espressiva. Un monte di discorsi, guarda.

Di una cosa, ancora proprio non ci era capitato di raccontarvi nulla, e cioè di musica. Proprio ma nemmeno un po’ E allora quest’oggi voglio rimediare, raccontandovi la storia di Viola. Viola non passa inosservata, vestita così aggressiva e con qulla cresta di capelli che spicca sopra una testa rasata. Può capitare di vederla in giro perla sua città, bighellonare da sola o coi suoi due inquilini, due giovani punk come lei. Se poi sei uno che frequenta i locali dove si suona dal vivo magari li hai visti sul palco, tutti e tre, visto che insieme sono una band punk-rock che tenta di sfondare.

Inutilmente finora. Insomma, diciamo la verità, non sono granchè. Ogni volta ne combinano una, ci mettono magari anche la passione, ma tecnicamente fanno fatica. I giornali li stroncano, le platee non si riempiono. Però il fatto è che Viola si sente una rock-star. Suonare è la sua vita, la cosa che le dà più soddisfazione al mondo, a parte forse scandalizzare i benpensanti con il suo look fuori di testa.

E però è dura gridare ancora al mondo che il Punk non è mortoqualche decina d’anni dopo i Sex Pistols e i Clash, quando ogni volta che fai una serata ottieni solo critiche negative. Figurati poi come si sente Viola la mattina dopo l’ultimo concerto, quando i suoi amici le raccontano che ieri sera era talmente ubriaca che ha perso il controllo sul palco, s’è messa in testa di essere Pete Townshend o chissà chi e ha sfasciato il manico della sua chitarra davanti a tutti. Come se avesse bisogno di un’altra batosta, povera Viola.

Ma proprio quando, in preda alla depressione, è lì che strimpella sulla sua chitarra malandata Sympathy for the devil dei Rolling Stones, succede l’inaspettato. Ed ecco che, evocato dalla musica, compare lui. Nudo, rosso, corna sulla testa, coda appuntita, puzzo di zolfo. Non può essere…allora il rock è davvero la musica del diavolo. Ebbene sì, Viola ha evocato Satana, Lucifero, Belzebù, chiamatelo come volete. Sta di fatto che è successo

E lui cosa fa? Le si installa in casa senza invito, le frega le sigarette, le svuota il frigorifero. Cosa ci fai con il diavolo nel salotto? E’ un bel problema. Almeno fino a quando l’angelo caduto non scopre che hai una band, prende possesso del tuo corpo e ti fa fare il più grande concerto della tua miserabile carriera. Insomma, l’essere che ha ispirato i musicisti maledetti della storia, lui in persona che ha creato il rock è dalla tua parte. Adesso sì che si ragiona…ma…un momento…chissà cosa vorrà in cambio?

Ecco come inizia Viola e il Diavolo, la web-strip dell’autore friulano Lorenzo Manià, classe 1978, e tanto tanto talento da spendere. Gran bel disegnatore Lorenzo, potente, dal tratto underground che molto molto americano e spigoloso e con una visione della tavola decisamente interessante. Le undici puntate di Viola e il Diavolo impressionano dal punto di vista artistico, sia per composizione che per le scelte decise ed efficaci, tipo quella di sfruttare il rosso come unica variante cromatica al bianco e nero, dando ai disegni un aspetto decisamente diabolico.

Anche come narratore è sorprendente. La storia infatti comincia come una classica vicenda degli equivoci dal sapore metafisico, ma ben presto prende direzioni diverse. Ci si aspetta una serie incentrata sul rapporto tra Viola ed il malefico demonio, ed invece la storia rallenta, diventa riflessiva. Ogni tanto omaggia il rock e la sua cultura, oppure si sofferma a raccontare leggende sul diavolo, altrove si sofferma sui sogni di una ragazza poco più che ventenne e su quanto valgono, se vale la pena inseguirli e quali sacrifici costano. Il risultato è un lavoro affascinante, con pochi accenti comici e un’atmosfera molto particolare, evocativa, da controcultura, una specie di inno alla ribellione semiserio. Affascinante, ma confuso Viola e il Diavolo, forse troppo ambizioso, forse troppo poco approfondito e sicuramente affrettato nella sua conclusione.

Tuttavia, fare un salto sul sito violaeildiavolo.blogspot.com e leggere i suoi undici episodi, vale sicuramente la pena ed è un ottimo modo di fare la conoscenza del bravo Manià e magari anche degli altri suoi lavori che torvate sulla piattaforma web selfcomics su www.selfcomics.com. Decisamente un autore da tenere d’occhio.

Voi intanto tenete d’occhio ed orecchio queste pagine che le frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Mi raccomando ragazzi, diffidate dei contratti firmati col sangue e leggete tante strip.




Ascolta la puntata :

sabato 16 ottobre 2010

Bookmarks Puntata 58 - The Perry Bible Fellowship

Signori e signore, medames e messieurs, gentiluomini e gentildonne qui convenuti voi tutti per l’odierno Garage Ermetico, benvenuti ad una nuova puntata di Bookmarks, un programma finanziato a suon di cambiali, ma non preoccupatevi che tanto adesso con lo scudo fiscale mi rientrano quegli spiccioli dalla Colombia, vedrete che risolvo tutto in un attimo.

Così anche nelle prossime settimane potrò portare nelle vostre case la carezza del pap…ah no…potrò portare nelle vostre case la gioia di una nuova web-strip, riempire i vostri cuori dell’ebbrezza della scoperta, io, novello Piero Angela dei fumetti online.

E proprio come il decano della divulgazione scientifica in tv, voglio essere calmo, posato, professionale quest’oggi, perché devo parlarvi di una striscia importante, una di quelle che hanno vinto premi, una di quelle pubblicate su quotidiani, riviste, settimanali, una di quelle che, come diceva mio fratello, spaccano il culo ai passeri.

Si tratta di una cosina iniziata nel 2005 da un giovane autore americano di nome Nicholas Gurewitch, che ai tempi aveva la giovane età di 23 anni. Esordì con una serie di strisce semplici semplici. Protagonisti erano omini bianchi bianchi, senza altri tratti del visto che gli occhi e la bocca. Strisce semplici, sì, ma sin da subito terribilmente sarcastiche. Anzi no, sarcastiche direi che non è la parola giusta. Erano malvage, spietate, direi diaboliche. C’erano morti violente, subdoli tradimenti, scherzi terribili ed anche un po’ di splatter

Uno humor talmente nero che sarebbe stato disturbante se non fosse per l’atmosfera tutto sommato colorata, rilassante, bambinesca anche, creato dal tratto e dallo stile di Gurewitch. Insomma, l’immagine divertente e carina e gentile mitigava una comicità terrificante. Gentile e carina, rilassante, benevola, positiva, proprio come la premessa di tutte le strip della serie. Insomma, all’inizio di ogni striscia ci sono sempre ottime ragioni per pensare a qualcosa di bello, che stia per accadere un evento piacevole, che alla fine si chiuda tutto in gloria. E invece no, se una cosa può andare male andrà peggio, perché qui siamo su Perry Bible Fellowship, la web-strip che sa a memoria le leggi di Murphy.

E non basta. Non solo la gioia si volge in catastrofe, ma gli innocenti si rivelano degli egoisti, le vittime si trasformano in carnefici, la speranza improvvisamente ci appare disperazione, ogni volta in un’epifania del negativo, ogni volta in un inno alla sfiga, ogni volta tra le nostre grasse risate di sadici lettori che ben presto non possono più fare a meno di questo fumetto magnifico.

Perry Bible Fellowship, cioè la compagnia della bibbia di Perry. Pare che il titolo sia assolutamente causale e che Nicholas Gurewitch l’abbia preso da una chiesa che sta da qualche parte non so dove. Ma chissenefrega. A non essere casuale è il successo di questa web-strip, che, come vi anticipavo prima ha vinto premi su premi. Due volte il prestigioso Ignatz, vari premi riservati ai web-comic e, attenzione, anche il più prestigioso di tutti, visto che nel 2008 s’è visto recapitare anche un Eisner Award.

Gurewitch ha un talento non comune. Surreale come pochi, in grado di condensare in poche vignette un cambio di scena, un ribaltamento della situazione degno di una lunga sceneggiatura. E poi ha un senso dell’umorismo di un cinismo inarrivabile, una cattiveria insostenibilmente divertente. Io l’adoro.

Vogliamo parlare di veste grafica? Parliamone. Perché se gli inizi erano già più che buoni, ma di grande semplicità, ben presto ci si rende conto dell’artista che abbiamo per le mani. Tantissimi stili diversi e non scherzo, visto che si passa dal disegno in stile underground in bianco e nero al colore particolareggiato, dalle grafiche pixellose da videogiochi anni ottanta all’acquerello in stile illustrazioni per bambini. Ebbene sì, qui c’è un arsenale di possibilità da far girare la testa, con la costante del contrasto tra l’immagine edulcorata e il doloroso destino che sicuramente attende qualcuno dei protagonisti. Protagonisti sempre diversi di striscie autoconclusive, in un grande catalogo della tragedia comica.

Perché il capolavoro che è Perry Bible Fellowship, nasconde in realtà un avvertimento. Attento lettore, quello che vedi non è quel che sembra, l’apparenza inganna sempre. La dolce vecchina che porta cibo ai gattini ogni mattina potrebbe non essere spinta da compassione. Gli eroi senza macchia non esistono. Anche i sentimenti più puri nascondono un minimo di egoismo. Occhi aperti. E intanto che apri gli occhi ridi a crepapelle, lettore, sul sito www.pbfcomics.com .

Fallo per me. E poi, dopo la tua razione di inquietante comicità, ricordati di riascoltarci sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14) dove potrai ascoltare tante altre strip scelte apposta per te. Per te e tutti gli altri ascoltatori ovviamente. Eh no, adesso non fare l’offeso. Va bene ok, soprattutto per te. Contento? Tranquillo? Bene, allora dammi retta e leggi tant strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 57 - Mulholland Dave


Lucca comics and games, Lucca comics and games, c’è tutto il mio mondo a Lucca comics and games. Lucca comics and games, Lucca comics and games, quest’anno non vengo a Lucca comics and games.

E infatti non ci sono, io a Lucca, e non ci sono andato, sappiatelo, voi che ascoltate il Garage in differita di una settimana. Son rimasto qui, nella redazione puzzona di Bookmarks a parlare delle migliori web-strip italiane e non italiane. Voi vi vedo, lì a ridosso delle mura, a chiacchierare coi vostri autori preferiti, a fischiar dietro alle cosplayer, a girare per gli stand che sicuramente quast’anno saranno splendidi. Ma io no. Problemi di tasche da studente, di impegni vari, di viaggi in olanda, mi terranno lontano da voi, mio meraviglioso pubblico che tanto non mi avrebbe mica riconosciuto alla fiera, che qui si fa la radio, mica il grande fratello.

Uno che invece a Lucca rischiate di trovare o di aver trovato è il giovane web-comiccaro di cui vi parlo oggi, ovverosia il signor Davide La Rosa. Questo ragazzo di cui non sono riuscito a scoprire la provenienza, ma che sospetto sia delle parti del lago di Como, è un autore di quel genere con cui vi ho tanto tediato e che amo alla follia: quello dei Fumetti Disegnati Male. Non è un caso pertanto che sia parte del team di autori del sito Fumetti Disegnati Male, di cui magari vi parlerò in una futura puntata.

Quelle vignette approssimative, realizzate con pochi mezzi, copincollando, con tratto malfermo e bambinesco, senza precisione né fronzoli, ma solo con fantasia, voglia di cazzeggiare e magari un tocco di folle creatività. Come mi piacciono, come li apprezzo. Ecco, Davide La Rosa è uno di loro. Non so se faccia parte della categoria bravi disegnatori che disegnano male o della categoria gente di talento che non sa disegnare. Sta di fatto che il ragazzo disegna male da dio, per citare Elio e le storie tese.

Sul suo blog, dal Lynchano titolo Mulholland Dave, nel senso del regista David Lynch, trovate una serie di serie che fanno ridere sul serio. C’è la mirabolante storia dell’arrotino, che gira per l’Italia tutta per sistemare coltelli, tubi, ombrelli, donne l’arrotino, a personaggi famosi o famosissimi, mentre nell’ombra un misterioso personaggio trama per vendicare un certo Sebastiano. Chi è Sebastiano? Booooh. Poi c’è il Detective Smullo, che indaga indaga indaga e alla fine si arresta perché si scopre colpevole. E un sacco di altri filoni, di titoli improbabili che, dal 2005 in qui, da quando cioè Davide ci delizia con le sue creazioni, sono state prese, abbandonate, riprese, rinverdite o scordate del tutto.

L’unica ad accompagnarci sin dall’inizio è Dio, una web-strip che parla di Dio. Non ve l’aspettavate eh? Il nostro amico triangolo luminoso dotato di occhio centrale è spocchioso, egocentrico, supponente, presuntuoso, inadeguato, vendicativo. Non risponde alle domande scomode, preferisce fulminare chi gli dà fastidio, litiga con le altre divinità in un’esplosione di umorismo irriverente.

Coefficiente di sbellicamento, almeno quattro stelle su cinque, per Mulholland Dave che, a differenza di molti siti di fumettisti ormai dedicati esclusivamente alle strip, rimane tutt’ora anche un blog, su cui poter trovare sfoghi, notizie, post vari del buon Davide La Rosa. Altro pregio dell’autore di oggi è la grande versatilità della sua comicità. Ci sono miniserie che fanno largo uso dell’umorismo di situazione, come Dio e gli Acchiappaviventi, altre (le mie preferite) che puntano fortissimo sul nonsense, come le avventure della Triade Occhialuta Antifascista formata da Pertini, Nenni e Saragat, in perenne lotta contro il malvagio Mussolini, qui in veste di supercriminale con piani inverosimili tipo il Dottor x delle pubblicità di Action Man…mamma mia che citazione trash. Imperdibile poi la sezione delle Riviste, in cui Davide ci propone le copertine di giornalacci assurdi ed ovviamente inventati di sana pianta.

Il tutto, disegnato male. Ma male in molti modi diversi. Copincolla, elaborazione grafica, disegno con paint, fotoritocco…tutto fa brodo purché sia approssimativo, svalvolato e molto molto divertente.

Quindi, fate i bravi fumettari, tornati dalla Kermesse più importnante dell’anno dopo quella della sagra del carpaccio di bisonte, fiondatevi sul sito Mulholland Dave all’indirizzo lario3.splinder.com e allacciate le cinture: previsto scontro frontale con la comicità di Davide La Rosa. Poi, quando vi sarete ripresi, ci troviamo settimana prossima sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Anche per oggi è tutto amici, Claudio vi saluta e vi ricorda di leggere tante strip.

Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 56 - Weregeek


Forza gente, venite, avvicinatevi, non abbiate paura, c’è posto per tutti. Curiosi, aquirenti, avventori, casuali passanti, lasciatevi ingolosire dalle proposte della bancarella di Bookmarks, la radio che parla di web-strip ed ogni settimana, puntuale come il mercato rionale, ve ne serve una nuova nuova pronta da consumare.

Buone notizie, nemmeno quest’oggi ci dovete nulla, offre la casa. Mica male no? Un bel fumetto alla settimana ed è tutto gratis. Me lo diceva la mia mamma che con il mio fiuto per gli affari avrei fatto tanta strada. O forse finivo in mezzo a una strada? Quisquilie, bazzeccole, particolari inutili, pertanto lasciamoceli alle spalle, e pensiamo alla strip odierna.

Mark, il nostro protagonista di oggi, è un ragazzo normale. Ed è contento così. E’ onesto, bravo, lavoratore, serio, gli piace lo sport. E’ fiero della sua normalità. In generale. In condizioni normali diciamo. Perché Mark, con la sua ragazza sempre vestita di rosa, carina e gentile, la sua vita sociale appagante e del tutto comune, i suoi abiti sportivi, ma abbastanza alla moda, è l’inconsapevole vittima di una terribile maledizione. Nelle notti di luna piea infatti vaga per la città in preda ad una strana follia, una smania incontrollabile. Frequenta luoghi oscuri e tenebrosi, popolati da personaggi bizzarri e socialmente inaccettabili con cui condivide un famelico ed inconfessabile desiderio. Giochi di ruolo, fumetti, fantascienza, carte collezionabili, anime giapponesi..mioddio….Mark è un pericolosissimo Geek, anzi un Weregeek, un fanatico mannaro, uno squilibrato appassionato seriale.

Che ne sarà della sua vita? La sua ragazza lo lascerà in preda al panico? Un vecchio maniaco sessuale con un guscio di tartaruga sulla schiena farà esplodere la luna per porre fine alle sue malsane trasformazioni? Beh, se volete scoprirlo, dovrete seguire Weregeek, la web-strip di Alina Pete, giovane autrice di origini nativoamericane, che dal 2006 ci regala questa serie quantomeno interessanto.

L’argomento è dei più classici, per un web-comic: non sto a farvi un’elenco di tutti gli argomenti che questa serie tocca. Come tutti i fumetti sui nerd, si va dalle serie tv infinite, da Star trek a Battlestar Galactica, si passa per giochi da tavolo, di ruolo, e di carte, si intavolano dibattiti accesi sull’ultimo manga e sui film di supereroi.

Ovviamente, attorno al protagonista principale c’è tutto un universo di comprimari, un vero e propo serraglio enciclopedico della nerdità. Il catalogo dei geek ci propone ad esempio Joel, uno che il fatto di essere un fan lo prende moooolto sul serio, forse troppo, con il suo puntiglio maniacale da narratore di Dungeons and Dragons, c’è l’occhialuta Sarah, cosplayer amante delle serie ultraromantiche e degli shojo manga, Dustin, che non risolverà mai il suo dissidio tra Guerre stellari e Star Trek, ma continua a provarci stordedo i suoi amici di citazioni ed infine Abbie, che sogna di diventare un giorno una fumettista e nell’attesa è una lettrice onnivora e feroce.

L’umorismo è quello solito: situazioni paradossali su chi è più fanatico, passioni portate all’estremo, litigi sulla vera natura della forza o sulla superiorità degli Jedi a qualunque altro essere vivente. E allora perché? Perché, mi direte, una proposta così, già vista, un fumetto così uguale a tanti altri? Beh, per due motivi. Il primo è che Alina Pete ha uno stile di disegno che apprezzo davvero molto, acerbo, naif, per nulla sofisticato eppure, nella sua semplicità (anche per quanto riguarda la gestione della pagina) davvero di grande efficacia secondo me. Direi che non sarebbe sbagliato definire il suo tratto una sorta di liena chiara in salsa americana.

Il secondo motivo è Mark, il protagonista. Mark non è un geek. Mark non vuole essere un geek. Subisce la sua condizione di nerd mannaro come una condanna. In teoria non gli interessano affatto i dadi a venti facce, l’introvabile loto nero e la precisa composizione chimica del materiale di cui è composto lo Stargate. Eppure ci si trova invischiato controvoglia e piano piano deve scendere a patti con la sua vera natura. E questo punto di vista così particolare lo rende perfetto per scoprire cose nuove sul nerd che c’è dentro ognuno di noi appassionati. Bell’idea, signorina Alina Pete.

Oh insomma, anche voi avete voglia di far psicologizzare in allegria il vostro insonscio da collezionista impazzito? Cogliete l’occasione sul sito www.weregeek.com. Se poi, come noi, siete collezionisti di web-strip, fate un salto sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14). Potremo così anche noi dire, celo, celo, celo, manca, finisco l’album.

Ci risentiamo settimana prossima amici del Garage Ermetico. Copritevi bene quando uscite per ululare alla luna e leggete tante strip.


Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 55 - Sveglia, Mumutumu


Amici del garage ermetico, qui fa veramente un freddo cane. Si battono i denti, si accendono le stufe, si mangia la polenta e si leggono un sacco di web-strip, che non alzeranno la temperatura atmosferica, ma senz’altro scaldano il cuore. Ed infatti questa settimana bookmarks ha na proposta azzeccatissima. Che se no ditemi voi cosa son qui a fare io? Eh? A far ballare la scimmia? Ebbene no.

In particolare, questa settimana sono qui per farvi una proposta che mi auguro non potrete rifiutare, visto che il protagonista di questa puntata è uno dei miei web-stripper italiani preferiti e cioè il toscano Andrea Ancona, in arte Condre. Di lui vi ho già parlato l’anno scorso, quando abbiamo fatto la conoscenza della sua parte più folle e visionaria e del suo Acid Street, brillantissimo fumetto da trip psichedelico. Ma Andrea evidentemente ha un saaaacco di frecce al suo arco. Infatti ci troviamo nuovamente ad parlare di lui e di una nuova prova d’autore.

Niente omini buffi e dialoghi insensati a questo giro, niente surrealismo come in Acid Street. Questa volta Condre ci racconta di un giovane studente di appena 18 anni, con i capelli corti corti, poche certezze ed amante della vita tranquilla. Sognatore ma concreto, pigro ma affidabile, questo ragazzo coi vestiti larghi e la testa fra le nuvole ha una sorella petulante e viziata, una smisurata passione per il succo di frutta ed un nome quantomeno curioso: infatti si chiama Mumutumu. Sì, Mumutumu. E la sua vita è il tema principale della strip Sveglia, Mumutumu.

Perché Sveglia? Beh, perché Mumutumu ha un’amica, una grande amica che si Chiama Mimì, ed è convinta che il nostro giovane protagonista abbia proprio bisogno di una bella sferzata di vitalità. Mimì infatti è un vulcano. Ama i viaggi, e le feste, vorrebbe sempre conoscere un sacco di gente nuova che sicuramente rimarrebbe affascinata dalla sua personalità espansiva ed irresistibile, almeno questa è la sua convinzione. Invece Mumutumu sta un po’ sprecando la sua vita, secondo lei, persio dietro ai suoi videogiochi e alle sue passioni un po’ strane, con la testa sempre fra le nuvole. Mimì vorrebbe andare, fare, imparare, Mumutumu cerca un po’ di serenità, viaggia con la fantasia e la sua intelligenza un po’ introversa.

Ecco fatto. Dubbio e certezza, calma e frenesia, timidezza ed intraprendenza. Condre costruisce su questa serie di opposizioni la quasi totalità della sua serie, facendo battibeccare i due adolescenti quasi adulti protagonisti della sua striscia. Attorno a loro qualche comprimario, come Dorian, dongiovanni da strapazzo che si innamora di ogni ragazza che passa paragonandola ad un’opera d’arte, Lilli, la dolce fidanzata di Mumutumu, sempre un po’ insoddisfatta eppures empre un po’ innamorata e Lulutulu, sorellina del protagonista insofferente e lamentosa, che ha dichiarato guerra al cibo sano e alla ragionevolezza. Ah, e poi ci sono gli amici immaginari di Mumutumu, buffi ed assurdi personaggi che compaiono all’improvviso. La cosa strana però è che li vedono anche gli altri, non solo Mumu. E di solito non sono contenti.

In sostanza Sveglia Mumutumu è un fumetto sulla fantasia, sui diversi modi in cui si manifesta e su quanto sia indispensabile per crescere, per farsi un’idea del mondo e di se stessi. Ancona mette in campo tutta la sua abilità di scrittore e di illustratore, costrudendo le striscie con un tono poetico e malinconico, ma sempre divertente. E’ anche bravo ad alternare i registri, a passare dal comico dichiarato ai sorrisi più pacati, dietro cui si cela ogni volta una piccola preziosa riflessione.

Varietà è anche la parola d’ordine per quanto riguarda la veste grafica di Svglia Mumutumu. Chi ha seguito Acid Street, non potrà non riconoscere il tratto asciutto e sempre un po’ surrealista di Condre, anche se in un contesto molto più realistico e particolareggiato. Splendida poi la caratterizzazione dei singoli personaggi: il volto di Mumu sembra disegnato da un bimbo idi 5 anni, Mimì ha evidenti influenze da parte dei personaggi dei Manga, Lulutulu ha l’aspetto di un quadro cubista.

Bè, che aspettate? Se anche voi siete o sete stati degli adolescenti indecisi ed impacciati, oppure delle forze della natura in preda alla curiosità e alla megalomania, o qualunque cosa stia nel mezzo, correte a riconoscervi in questo bellissimo web-comic di Andrea Ancona, che dal 2006 al 2008 ci ha intrattenuto sul sito mumutumu.splinder.com. E magari lasciate un commento chiedendo spiegazioni della sua brusca interruzione e sollecitando il suo talentuoso autore a riprendere le fila del discorso.

Discorso che invece noi non interrompiamo. Infatti vi aspettiamo settimana prossima sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14). per riascoltare tutte le puntate di bookmarks.

Buoni dolori della crescita a tutti voi, ragazzi. Leggete tante strip




Ascolta la puntata :

Bookmarks Puntata 54 - Dr. Mc Ninja


Amici del Garage Ermetico benvenuti ad una nuova puntata di Bookmarks, il programma radiofonico che vi riempie le tasche di carta di caramelle, sassi rotondi da fionda, sorprese delle patatine e, ogni tanto, delle migliori web-strip della rete, ma lo fa così, con serenità, super partes. E infatti i nostri fumetti piacciono a tutti, a tutti. E per fortuna che ci sono io, col consenso degli elettori stripparoli d’Italia, d’Europa, del mondo e secondo gli ultimi sondaggi anche delle province autonome di Vega, perché altrimenti, cribbio.

Come ho avuto modo di dire altre volte, ci sono tre cose che piacciono a tutti: i panda, le spade laser ed i ninja. E proprio di quei personaggi furtivi, neri neri, silenziosi e letali che abitano l’immaginario collettivo, parleremo oggi, perché la strip di questa settimana è The adventures of Doctor McNinja.

Doctor McNinja fa la sua comparsa nell’ormai lontano 2004, quando due giovanissimi studenti di nome Chris Hastings (autore e disegnatore) e Kent Archer (inchiostratore) al lavoro per un esame della scuola d’arte, immaginano uno strano caso di furto di identità. L’oscuro e spietato presidente della più grande catena di fast food del mondo, il Clown Ronald McDonald, lancia sul mercato un nuovo panino, che farà diventare tutti i ragazzini agili, felpati e furtivi come dei veri ninja. Questa succulenta leccornia si chiamerà ovviamente McNinja.

Indovinate chi di cognome si chiama proprio così? Esatto, il nostro buon dottore, tranquillo medico di origini irlandesi che, tra l’altro è un Ninja. Col suo camice bianco, l’immancabile stetoscopio e la consueta maschera per celare la sua identità di guerriero-ombra, il nostro eroe non prende troppo bene questo fatto di vedere il proprio nome su di un malsano sandwich ipercalorico. Quindi imbraccia la sua spada deciso a fare a fette Ronald McDonald.

Da questa prima avventura di quindici pagine nata per caso, Hastings e Archer hanno preso una bella rincorsa. L’universo di Doctor McNinja si è presto allargato di molto, e dal 2005 ci presenta le sue storie, sempre raccolte in ampi archi narrativi, ed i suoi molteplici personaggi e comprimari.
Facciamo per esempio la conoscenza di Judy, esemplare di Gorilla in gonnella che lavora come segretaria nello studio medico di McNinja, e Gordito Delgado, dodicenne messicano dalla mira infallibile sempre a cavallo del suo velociraptor Yoshi che ogni tanto fa da spalla all’eroe. Veniamo presentati ufficialmente a casa dei McNinja, famiglia ovviamente composta da soli Ninja, dalle tradizioni quantomeno curiose e dai rapporti un po’ burrascosi. Infine facciamo amicizia con il clone di Benjamin Franklin, che oltre ad essere il mentore del Dottor McNinja è il clone di Benjamin Franklin.

Lo stile della serie è quello di un classico fumettazzo d’avventura condito con una buona dose di assurdità, situazioni surreali e comicità di vario livello. I pretesti per le avventure di McNinja sono sempre abbastanza allucinati, come, chessò, un ragazzino affetto da rarissima sindrome che trasforma in giganteschi Taglialegna, per esempio; i dialoghi sono taglienti come una katana e, come molti degli eventi e delle scene del fumetto, fanno spesso riferimento ai grandi clichè della cultura popolare statunitense con citazioni e parodie dei comic d’avventura di tutti i tempi. McNinja, per esempio oltre ad essere un irlandese, un Ninja ed un podologo dentista, è anche un nerd, ossessionato dalle avventure di Batman e dall’idea di diventare come lui.

Lo stile grafico della serie è dinamico e particolareggiato. Dopo tanti anni di bianco e nero efficace, ma un po’ vuotino a tratti, nelle ultime storie ha fatto la sua comparsa il colore, opera del web-stripper Anthony Clark, a coprire qualche magagnuccia del disegno. Hastings infatti non è un cartoonist privo di difetti, ed ha un tratto potente, ma non sempre preciso. Niente di male, sia chiaro, e a me ricorda a tratti una specie di Steve Dillon un po’ immaturo, ma bello da vedere.

In conclusione, se i è venuta voglia di divertirvi con un bel po’ d’azione vecchio stile, tanta sana comicità slapstick ed avventure frenetiche con personaggi fuori di testa, digitate senza indugio l’indirizzo drmcninja.com (con o senza www) e prendete contatto con uno dei prodotti migliori che la rete ha da offrire in termini di web-comic d’avventura a storie lunghe.
Poi, gettata la vostra maschera e posati gli shuriken, tornate a riscoltarci sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14), con tante puntate e tante strip selezionate apposta per voi.

Mi raccomando ragazzi, ricordatevi di non far mai innervosire vostro dottore e di leggere tante strip.



Enciclopedici come non mai torniamo
Ascolta la puntata :