domenica 21 novembre 2010

Nerdipidia Puntata 6 - "Fumetto per ragazzi"


Sensibile ascoltatore del Garage Ermetico, sono curioso. Anche tu sulla tua pagina di Facebook hai cambiato con un personaggio dei vecchi cartoni animati l’immagine del profilo, quella lì in cui sembra che hai gli addominali scolpiti nel cemento invece che nello strutto, quella in cui gli occhi ti brillano di fascino invece che di metanfetamine e in cui sulle curve del tuo corpo non c’è stato un tamponamento a catena?

E allora vedrai che l’argomento di questa puntata del Garage Ermetico non ti dispiacerà poi tanto, e non te la prenderai se Nerdipidia, l’enciclopedia del fumetto responsabile della crisi di governo, lo riprende paro paro per darti la definizione di Fumetto per ragazzi.

FUMETTO PER RAGAZZI. Fumetto per ragazzi? No un attimo gente c’è qualcosa che mi suona strano in quest’espressione. Non vi sembra ridondante? Una ripetizione inutile? Cioè, c’è davvero bisogno, in un paese come il nostro, di fare questa precisazione? Di definire un particolare settore del fumetto che si riferisca ai ragazzi. Sì, perché da buon Italiano nutrito di cultura accademica io ho sempre pensato che il fumetto fosse roba per bambini, adolescenti e basta no? Cosa vuol dire per ragazzi? E’ chiaro che è per ragazzi.

Era chiaro, ad esempio, quando, io c’ero e mi ricordo, agli inizi del novecento sono arrivati i primissimi fumetti nel nostro paese. C’era quel ragazzino, Yellow Kid, e poi quell’altro Buster Brown no, questi due bambini protagonisti dei primi comic della storia. Disegni che parlano erano, mica una cosa seria che potesse interessare una persona adulta. E però dicevano cose che, dai, in bocca ad un bambino, non vanno mica bene.

E infatti bene ha fatto il Corriere dei Piccoli nel 1908 a sostituire i dialoghi di quei due pestiferi bambini per nulla educati, sporchi, cattivi, in cui si poteva leggere una critica nemmeno troppo velata alla società americana di quei tempi, con filastrocchine gentili e carucce che non urtano la sensibilità.

Idea geniale far diventare il prepotente Buster Brown, ricco e supponente, il buono e bravo ed educato Mimmo Mammolo, insegnando fin da principio all’Italia intera che il fumetto è roba per bambini. E l’Italia se l’è bevuta per anni, tanto che ancora oggi non se n’è liberata fino in fondo di quest’idea, di questa etichetta culturale che pure tanti hanno provato a grattare via con l’ostinazione di un clistere col verme solitario.

Polemico? Io? Nooooo, ascoltatore, ma cosa vai a pensare? Mica mi infastidisce dover spiegare ogni tanto che il fumetto non è una forma povera o bambinesca di letteratura, ma una forma di narrazione assolutamente particolare, con regole e dignità proprie.

Non mi fa male alla lingua ripetere n. volte che il fumetto parla a tutti, che come per i romanzi ed i film esistono generi e target diversi, tra cui anche quello dei più giovani a cui si rifanno e si propongono stili di disegno, temi, argomenti, complessità di sceneggiatura e messa in scena visiva che, a ben guardare, sono molto più vari, molto più trasversali, persino più complessi di quelli del cinema e della letteratura.
Non lo vedi che sono placido e tranquillo come un cherubino?

Ecco, allora devi aver capito male, perché questa è una pagina di enciclopedia, che per definizione è fredda, distaccata informativa e figurati se può essere occupata interamente da una specie di invettiva personale in difesa di un linguaggio e un’arte per troppo tempo diminuiti nel loro valore e nella loro dignità.

Quindi via, ascoltatore, che oggi ti vedo poco in forma quindi rimandiamo i discorsi e le definizioni a settimana prossima, con la nuova puntata di Nerdipidia, l’enciclopedia nerd che ti fa compagnia a metà sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Perché ricorda: imparare è bello, ma magari anche no.

Ascolta la puntata :

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